Home-page - Numeri
Presentazione
Sezioni bibliografiche
Comitato scientifico
Contatti e indirizzi
Dépliant e cedola acquisti
Links
20 anni di Semicerchio. Indice 1-34
Norme redazionali e Codice Etico
The Journal
Bibliographical Sections
Advisory Board
Contacts & Address
Saggi e testi online
Poesia angloafricana
Poesia angloindiana
Poesia americana (USA)
Poesia araba
Poesia australiana
Poesia brasiliana
Poesia ceca
Poesia cinese
Poesia classica e medievale
Poesia coreana
Poesia finlandese
Poesia francese
Poesia giapponese
Poesia greca
Poesia inglese
Poesia inglese postcoloniale
Poesia iraniana
Poesia ispano-americana
Poesia italiana
Poesia lituana
Poesia macedone
Poesia portoghese
Poesia russa
Poesia serbo-croata
Poesia olandese
Poesia slovena
Poesia spagnola
Poesia tedesca
Poesia ungherese
Poesia in musica (Canzoni)
Comparatistica & Strumenti
Altre aree linguistiche
Visits since 10 July '98

« indietro

RENATA MORRESI, Bagnanti, postfazione di Adelelmo Ruggieri, Roma, Giulio Perrone Editore, 2013, pp. 79, € 12,00.

 

A invitare un azzardato parallelo tra le Grandi bagnanti di Cézanne e i bagnanti che danno il titolo alla nuova raccolta poetica di Renata Morresi, non è l’equilibrata composizione di corpi astratti del celebre dipinto, nè la loro epidermide di strati di colore, come costretta da profonde linee nere di contorno. Le due opere iniziano a dialogare solo laddove cessa la determinatezza della figura, nel punto in cui si spezza la sua singolare separatezza, come nell’angolo destro della grande tela del 1906, in cui un piede perde contorno, si disfa, si confonde con lo sfondo, in un sanguinamento bianco, un lento defigurarsi. Anche i bagnanti dei versi della prima ed eponima sezione del libro di Morresi sono «abitanti confusi» e «mobili», sfigurati proprio perchè mai individuati da un preciso contorno soggettivo, ma sbavati, liquefatti nella condizione della loro moltitudine: «essere molti» sono le parole-soglia di questa raccolta. I bagnanti, i viaggiatori, gli affittuari e i passeggeri che incontriamo rispettivamente nelle quattro sezioni che compongono il libro sono soggetti collettivi, figure d’insieme («tutto questo accade insieme / tutti insieme tutto in una / volta sola»), una collettività apparentemente pre-politica, moltitudine in sè, punto in cui la società si manifesta come pura prossimità fisica dei singoli viventi, brutalmente aliena («tutti grigi extraterrestri / bracci lunghi come gambe / scivolando stupefatti lungo / gli altri non sfiorando / che gli spazi»). Rispetto al precedente Cuore comune (2010), dove l’aggettivo sembrava richiamare l’idea di una possibile concezione alternativa dei rapporti sociali, in Bagnanti si avverte il senso di un compiuto disastro, quello di un paese che arretra fino a minuscolarsi («l’italia fa così, / quest’anti-passo») e il cui destino ha coinvolto fatalmente i propri cittadini («è che a forza di pensare all’Italia / siamo diventati un po’ Italia anche noi»). Come Morresi, anche Bernard, il personaggio che ne Le onde di Virginia Woolf pronuncia la frase posta ad epigrafe della prima sezione («non credo che siamo essere separati, soli») è uno scrittore che scandaglia il linguaggio e che fatica a distinguere la propria e l’altrui esperienza. Per Bernard ci «sciogliamo gli uni negli altri tramite le frasi», a formare non una individualità ma un «territorio inconsistente». È da questo tipo di territorio che emerge, come uno scoglio, l’io di questa scrittura, per scomparire però immediatamente nell’indeterminatezza del «noi» dei bagnanti e delle altre concrescenze soggettive. In tutta la raccolta, proprio il senso generale d’indeterminatezza è enfatizzato dall’uso violento dell’enjambement, che provoca un incresparsi della superficie testuale paragonabile a un moto ondoso, figurale e sintattico. È in un contesto identitario costantemente diluito nel collettivo che l’«ufficio degli scomparsi / ampio mar mediterraneo» rivela a lettori e bagnanti anche identità letteralmente sciolte dall’acqua, perdute per sempre. Sono quelle dei migranti che cercano di raggiungere le coste delle isole siciliane («la notizia d’una carta / d’identità sulla battigia // mezzo nome seguito da numeri / ora è un altro / nome»), i cui frammenti sono portati a riva da una corrente d’anonimato, nomi decomposti come i corpi che giacciono negli abissi marini («denti, falangi in fila / sulla sabbia sotterranea, sui gasdotti»). La lingua di Renata Morresi descrive il movimento sempre ondivago di un’esperienza della contemporaneità mai completamente capace di circoscrivere l’oggetto osservato o il soggetto osservante. Si prendano ad esempio i versi seguenti: «vicino al lunedì / ce n’è uno vuoto di / ore, tutto specie eccitante e / contemporaneo niente, / mancante minore». Se da un lato è impossibile determinare l’oggetto del discorso, che sfugge con la neutralità plastica di una medusa verbale, dall’altro si ha la certezza che esso coincida con uno stato di assenza, di vacanza. Come in Un posto di vacanza di Sereni, anche le quattro sezioni di Bagnanti tracciano in vari modi la topografia linguistica di un vuoto pudicamente doloroso. Sono certamente un posto di vacanza le isole Pelagie che fanno da sfondo alle serie Bagnanti, in cui  la morbida narratività della poesia sereniana è però soppiantata da una parola spasticamente contratta e spigolosa, che pungola il lettore con l’asperità di un corallo. Ma sanno di vacanza anche i partenti, «in file in gruppetti», della serie Aeroporto o i viaggiatori e i turisti di Trenitalia, dove l’idea di un’evacuazione identitaria è sottolineata dall’ambiente indagato: due non-luoghi come l’aeroporto e la stazione. Anche nella serie Vendesi, composta di false ottave che esplorano l’interno di appartamenti vuoti, vacanti, di case s-casate – per impiegare un termine caro al Giovenale citato in epigrafe – la soggettività si manifesta solo in maniera sindonica, ad esempio nelle «ombre di mobili» sui muri delle camere. Il vuoto, il «troppo vuoto» che disorienta un io parimenti disabitato, si materializza così sulla pagina in Facciata II, nella forma di un rettangolo bianco che riproduce en abyme una finestra aperta («si vede il bianco della finestra aperta»). Come testimoniano sia l’insistenza del «si vede» che il titolo Vendesi, siamo alle prese con una scrittura impersonale che è insieme una maniera di descrivere e di arginare il senso di vuoto, di deserto, entro cui transita, fluttuando, il soggetto. L’espressione stilisticamente piú raffinata e originale dell’ossimorica «piena mancanza» attorno alla quale si articola questa raccolta la si trova però nell’ultima sezione, Trenitalia, nell’intarsio orale di voci anonime dei passeggeri del treno, «tappeto di parole» tanto chiare quanto insensate di una collettività di cui siamo al tempo atterriti spettatori e involontari attanti. Quella che Morresi rifunzionalizza poeticamente è la parola svuotata e standardizzata dei cellulari («non prende», «c’è solo una tacca»), la lingua dei luoghi comuni («hai visto che gambe? », «ci vediamo, ciao»), un’oralità collettiva che ci rende tutti uguali eppure intrinsicamente incapaci di comunicare nulla che sia veramente significativo. Qualcosa che la poesia ha ancora la capacità di mostrare, senza piú alcuna certezza di potervi porre riparo.
                                                                                                       (Gian Maria Annovi)

 


¬ top of page


Iniziative
9 dicembre 2023
Semicerchio in dibattito a "Più libri più liberi"

15 ottobre 2023
Semicerchio al Salon de la Revue di Parigi

30 settembre 2023
Il saggio sulla Compagnia delle Poete presentato a Viareggio

11 settembre 2023
Presentazione di Semicerchio sulle traduzioni di Zanzotto

11 settembre 2023
Recensibili 2023

26 giugno 2023
Dante cinese e coreano, Dante spagnolo e francese, Dante disegnato

21 giugno 2023
Tandem. Dialoghi poetici a Bibliotecanova

6 maggio 2023
Blog sulla traduzione

9 gennaio 2023
Addio a Charles Simic

9 dicembre 2022
Semicerchio a "Più libri più liberi", Roma

15 ottobre 2022
Hodoeporica al Salon de la Revue di Parigi

19 settembre 2022
Poeti di "Semicerchio" presentano l'antologia ANIMALIA

13 maggio 2022
Carteggio Ripellino-Holan su Semicerchio. Roma 13 maggio

26 ottobre 2021
Nuovo premio ai traduttori di "Semicerchio"

16 ottobre 2021
Immaginare Dante. Università di Siena, 21 ottobre

11 ottobre 2021
La Divina Commedia nelle lingue orientali

8 ottobre 2021
Dante: riletture e traduzioni in lingua romanza. Firenze, Institut Français

21 settembre 2021
HODOEPORICA al Festival "Voci lontane Voci sorelle"

27 agosto 2021
Recensibili 2021

11 giugno 2021
Laboratorio Poesia in prosa

4 giugno 2021
Antologie europee di poesia giovane

28 maggio 2021
Le riviste in tempo di pandemia

28 maggio 2021
De Francesco: Laboratorio di traduzione da poesia barocca

21 maggio 2021
Jhumpa Lahiri intervistata da Antonella Francini

11 maggio 2021
Hodoeporica. Presentazione di "Semicerchio" 63 su Youtube

7 maggio 2021
Jorie Graham a dialogo con la sua traduttrice italiana

23 aprile 2021
La poesia di Franco Buffoni in spagnolo

16 aprile 2021
Filologia della canzone: presentazione di "Like a Rolling Stone" di M.G. Mossa

22 marzo 2021
Scuola aperta di Semicerchio aprile-giugno 2021

28 dicembre 2020
Bandi per collaborazione con Semicerchio e Centro I Deug-Su

20 novembre 2020
Pietro Tripodo Traduttore: presentazione online di Semicerchio 62

19 giugno 2020
Poesia russa: incontro finale del Virtual Lab di Semicerchio

1 giugno 2020
Call for papers: Semicerchio 63 "Gli ospiti del caso"

28 maggio 2020
Seminario di Andrea Sirotti sulla nuova Dickinson

22 maggio 2020
Seminario di Antonella Francini su AMY HEMPEL e LAUREN GROFF

30 aprile 2020
Laboratori digitali della Scuola Semicerchio

28 aprile 2020
Progetto di Riscrittura creativa della lirica trobadorica

» Archivio
 » Presentazione
 » Programmi in corso
 » Corsi precedenti
 » Statuto associazione
 » Scrittori e poeti
 » Blog
 » Forum
 » Audio e video lezioni
 » Materiali didattici
Editore
Pacini Editore
Distributore
PDE
Semicerchio è pubblicata col patrocinio del Dipartimento di Teoria e Documentazione delle Tradizioni Culturali dell'Università di Siena viale Cittadini 33, 52100 Arezzo, tel. +39-0575.926314, fax +39-0575.926312
web design: Gianni Cicali

Semicerchio, piazza Leopoldo 9, 50134 Firenze - tel./fax +39 055 495398