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Laboratorio di traduzione di poesia del Seicento condotto da
ALESSANDRO DE FRANCESCO venerdì 28 maggio ore 18.00 Per iscrizioni scrivere entro il 27/5 a semicerchio.info@gmail.com.
Numero massimo di partecipanti: 30.
Partecipa online sui canali della
Scuola Semicerchio
Canale Webex
https://associazionesemicerchio.my.webex.com/meet/semicerchio
Canale Youtube
https://bit.ly/scuola-semicerchio
La poesia del Seicento è come mai prima un fenomeno internazionale e multilingue: gli scambi tra
le maggiori lingue europee seguono le vie tortuose di un’epoca segnata da guerre civili,
restaurazione e controriforma. Allo stesso tempo, un elemento le unisce: la rivoluzione scientifica.
Come mai prima, l’eliocentrismo copernicano e le scoperte fatte con i telescopi e microscopi degli
scienziati coevi (Galileo, Kepler, van Leeuwenhoek, Boyle, Malpighi, e tanti altri) dànno
un’immagine nuova del mondo, molto più estesa, stratificata e complessa di prima. Alcuni
pensatori, come Bruno e Pascal, considerano l’universo infinito e senza un centro. La concezione
dell’essere umano è ridefinita, spostata, decentrata essa stessa, persa in un universo misterioso e
instabile. In questo laboratorio di traduzione ci chiederemo, mediante i testi: quali sono gli effetti sul
linguaggio, e in particolare sul linguaggio poetico, di una tale temperie storica ed epistemologica? E
come tradurre tali effetti da una lingua all’altra? Lavoreremo in particolare su quattro notevolissimi
poeti relativamente poco studiati e quasi mai tradotti in italiano in precedenza: il gesuita Pierre Le
Moyne e il protestante Jean de Sponde per la lingua francese; la scienziata poligrafa Margaret
Cavendish e il mistico anglicano Thomas Traherne per la lingua inglese. Scopriremo così che i
processi poetici messi in atto da questi autori possono dirci molto della loro epoca, e in prospettiva
anche della nostra.
I testi scelti sono:
? una poesia di Margaret Cavendish, The Infinites of Matter;
? una poesia in sette parti di Thomas Traherne, My Spirit, di cui sceglieremo una parte;
? un estratto da un inno di Pierre Le Moyne, La Sagesse divine – Hymne premier;
? e un sonetto di Jean de Sponde, “Si c’est dessus les eaux que la terre est presse´e”
Dopo un’introduzione storico-teorica che spiegherà la ragione della scelta di questi testi, lavoreremo
collaborativamente per proporre delle versioni italiane di una parte di questo materiale. A seconda
del tempo richiesto durante il lavoro di traduzione, ci soffermeremo unicamente su alcune parti
specifiche, lasciando il resto ad una prossima occasione.
Alessandro De Francesco
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