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SIMONA MICALI, Creature. La costruzione dell’immaginario postumano tra mutanti, alieni, esseri artificiali, Milano, Shake edizioni 2022, pp. 356, € 18.00.

(pp. 127-128).

 

Antropocene, postumano, ecocritica, Environmental Humanities, Science Fiction Studies: sono tutte etichette d’importanza recente che si stanno diffondendo con straordinaria rapidità nel dibattito critico italiano, in particolar modo – ma non solo – nell’ambito degli studi culturali. Già nel 2000 Paul Crutzen, chimico e premio Nobel, aveva reclamato il bisogno di parlare di Antropocene e non più di Olocene; senz’ombra di dubbio negli ultimi vent’anni si è assistito in campo accademico a molti contributi di letterati e studiosi provenienti da tutto il mondo. Anche se con un leggero indugio, sono arrivate anche in Italia riflessioni su questo tema e su quello strettamente correlato del postumano; il discorso sul postumanesimo difatti ha fatto il proprio ingresso nel dibattito italiano intorno al 2014, anno di pubblicazione della traduzione italiana del volume di Rosi Braidotti (Il postumano, DeriveApprodi), alla quale negli anni seguenti si sono aggiunti i volumi di una serie di studiosi di letteratura, filosofia ed estetica (Serenella Iovino, Leonardo Caffo, Francesca Ferrando). Per ulteriormente enfatizzare l’importanza di questo tema si può inoltre ricordare la collana dedicata di Mimesis Edizioni (Postumani) e la nascita nel 2020 della sezione italiana del Global Posthuman Network (https:// www.retepostumana.org/). Il fervore dimostrato per questo campo di studi non ha portato solamente alla creazione di un filone di studi accademici, ma ha fatto da ponte di collegamento anche a importanti riflessioni di natura culturale e più propriamente politica; ne risulta tuttavia una difficoltà nell’orientarsi data la moltiplicazione di titoli e di etichette pressoché identiche sotto le quali si celano orientamenti spesso e volentieri diversi. Con Creature. La costruzione dell’immaginario postumano tra mutanti, alieni, esseri artificiali, Simona Micali (studiosa di letterature comparate e immaginario speculativo) presenta però un inquadramento chiaro del campo di studi e si colloca in maniera chiara ed esplicita, sottolineando la centralità del tema dell’Antropocene e del postumano. Nel capitolo introduttivo di Creature, l’autrice pone come premessa il fatto che “la rielaborazione del reale sia una attività conoscitiva fondamentale, che – tra le sue altre funzioni – ci consente di oggettivare, rappresentare, divulgare ma anche problematizzare i fantasmi culturali e ideologici” (19). Il suo lavoro quindi procede campionando esempi, accuratamente scelti e argomentati, e verificando i modi secondi i quali le problematizzazioni precedentemente accennate vengano effettivamente innescate. È importante sottolineare che il materiale sul quale lavora è contemporaneamente vasto e vario, comprendendo quasi duecento anni di produzioni letterarie e interpretazioni mediatiche. Nella prima parte, L’incontro con il nonumano, vengono presentate tre sfaccettature cardine di cosa siano le ‘creature’ prese in considerazione e come queste vadano a far parte del non-umano: visti come meno che umani o inferiori (mutanti o mostri), come altro dall’umano (alieni) e come la simulazione o contraffazione dell’umano (simulacri o androidi). In base a queste tre macrocategorie vengono quindi illustrati esempi dalla letteratura, dalla filmografia fantascientifica e dalle serie televisive. Viene quasi impossibile riassumerli; queste diverse iterazioni costituiscono gli archetipi delle categorie precedentemente accennate. Sono prototipi che si sono consolidati, in modi diversi, col passare degli anni nelle loro varie elaborazioni e rielaborazioni. Nonostante la vastità del materiale, Micali dimostra un certo agio e padronanza nel spostarsi da un esempio all’altro e nel concatenare tutto in un unico discorso fluido. La seconda parte del volume invece, Ibridazioni e mutazioni, presenta un ragionamento di carattere più comparatista dove vengono non solo enfatizzate le diverse trasformazioni subite dalle tre categorie, ma anche la reciprocità del binomio umano non-umano. In una ottica che collega analisi narrativa e storia della ricezione delle opere, l’autrice arriva a parlare di postumano; le creature prese in considerazione sono quindi “esseri raffigurati come il prodotto di una evoluzione dell’uomo naturale o artificiale, prossima o collocata in un lontano futuro” (211). È proprio questa riflessione a dare a Creature il suo rilievo: si è facilitati a pensare al potenziale dell’umanità, all’evoluzione, a ciò che avviene dell’uomo dopo l’uomo, in termini di narrativa e di immaginario speculativo, di fantastico e di fantascientifico, il tutto ricondotto alla dimensione attuale dell’Antropocene. La domanda che viene quindi proposta nel volume è come sia possibile pensare in termini non antropocentrici o comunque raccontare o scrivere una prospettiva non-antropocentrica. A riguardo, Micali suggerisce di prestare più attenzione al genere del new weird; questa “formula fluida e ibrida costituisce il contesto ideale in cui sviluppare delle speculazioni fantastiche incentrate sulla contaminazione e la mutazione biotecnologica, sull’identità e l’alterità, e più in generale sulla trasgressione dei confini di specie, genere, categorie” (245). È in questo genere letterario, l’ultimo nato nell’ambito della letteratura speculativa, che la problematizzazione dei fantasmi culturali e ideologici proposta all’inizio del volume può ancora creare nuovi spunti di dialogo e nuovi modi per comprendere la realtà in costante evoluzione che ci circonda. Creature usa un linguaggio che, nonostante la specificità, risulta sempre accessibile e scorrevole; quindi può anche essere letto come una guida delle rappresentazioni in campo fantastico e fantascientifico del non-umano e del postumano, suddivisa in base alla tipologia di ‘creature’ appunto trattata. Le tavole e le illustrazioni scelte, per la maggior parte prese dai grandi cult cinematografici, si compenetrano con il testo per creare una visualizzazione migliore delle argomentazioni proposte. Nonostante l’analisi venga presentata con chiarezza e i punti focali narrativi delle opere vengano riassunti sommariamente, Creature si presta più facilmente ad una maggior comprensione con una conoscenza pregressa dei libri e film citati. Una chiave importante di lettura del testo rimane quella della rappresentazione, la raffigurazione delle ‘creature’ all’interno dell’immaginario popolare, che prendendo spunto dalla letteratura riesce a passare a quella del grande schermo e a prendere forma davanti agli occhi del lettore divenuto spettatore. Passo dopo passo ed esempio dopo esempio, Micali porta i suoi lettori a scoprire la realtà dietro a queste rappresentazioni e alle loro evoluzioni; i volti delle creature vengono messi a nudo, le immaginate biodiversità degli alieni spiegate, gli ingranaggi degli androidi scomposti e ricomposti, il mondo fantastico e fantascientifico diventa in primis umano per poi proseguire nella direzione naturale del postumano.

(Bogdan Groza)


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