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ATELIER. Trimestrale di poesia, critica, letteratura, a. X n. 40, di cembre 2005 (www.atelierpoesia.it, redazione@atelierpoesia.it), c.so Roma 168, 28021 Borgomanero (NO).
Un editoriale fulminante, questo di Ladolfi, col quale egli intende ribadire una necessità di rinnovamento degli inadeguati metodi critici imperanti («che producevano la latitanza del giudizio argomentato»). La critica è morta, viva la critica!, dichiara, appoggiandosi sulle considerazioni di Salvatore Ritrovato (in «Pelagos», 10/ 2004) circa lo spirito arrogante o assolutorio che denuncia, nei recensori, una totale assenza di libertà di giudizio, e prendendo a fondamento alcuni nuovi libri che hanno chiarito la transizione verso una critica nuova (primo fra tutti Eutanasia della critica di Lavagetto). La critica letteraria sembra uscire dall’involuzione scientista e sembra intenzionata a tracciare nuove strade per uscire dalla sudditanza psicologica nei confronti di tv e industria culturale, però, sembra dire Ladolfi, deve fare una scelta di campo, decidere quale ruolo ricoprire e, aggiungo io, quale significato attribuire al letterario.
Armato di queste intenzioni, il numero «si struttura fondamentalmente su due linee: il novecentesco divorzio tra la parola e la realtà e l’applicazione del metodo intertestuale alla narrativa italiana contemporanea». Si segnala la sezione «Autore», dedicata a Clemente Rebora, e il poemetto La giardiniera di Simona Niccolai.
Simone Giusti
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