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Semicerchio XXXIX (2008/02) Waste Lands. Eliot & Dante. pp. 56-61

 

traduzione di Roberto Maggiani

 

Sophia de Mello Breyner Andresen è senza dubbio una delle maggiori voci poetiche portoghesi del Novecento. Nacque a Porto, da famiglia aristocratica, il 6 novembre 1919, morì a Lisbona il 2 luglio 2004. Trascorse la sua felice infanzia e la prima giovinezza tra queste due città. Tra il 1940 e il 1942 frequentò un corso di Filologia Classica presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Lisbona, ma senza terminarlo. Sposò il giornalista, politico e avvocato Francisco Sousa Tavares, ragione per la quale si trasferì definitivamente a Lisbona. Dal suo matrimonio ebbe cinque figli, furono la motivazione che la portò a scrivere bellissime favole per bambini. Nel 1944 si affacciò sulla scena letteraria con un libro intitolato semplicemente Poesia, da quel momento la sua carriera poetica fu caratterizzata da un crescendo di popolarità. Divenne una delle figure più rappresentative di una inclinazione politica liberale, denunciando i falsi criteri del regime salazarista e dei suoi seguaci più radicali. Fu fermamente ostile alla dittatura che dominava il suo Paese impegnandosi in una attività di opposizione non violenta, anche sfruttando la diffusione dei suoi libri. Sophia scrisse molte poesie di denuncia, la sua opera Livro Sexto, pubblicata nel 1962, ne fu l’apice, tanto da essere insignita, nel 1964, del
Grande Prémio de Poesia da Sociedade Portuguesa de Escritores. Dopo la rivoluzione del 25 aprile 1974, vista la sua attività di antagonista al regime dittatoriale salazarista, venne eletta deputato per l’Assemblea Costituente nelle liste del Partito Socialista, impegnandosi così nella stesura della Costituzione del proprio paese e cercando di promuovere una rivoluzione culturale.
Accanto alla produzione poetica, Sophia scrisse anche racconti, testi per il teatro, articoli di opinione, saggi. Tradusse in portoghese vari autori, tra cui Shakespeare, Paul Claudel, Euripide e Dante, per la sua traduzione del Purgatorio
di Dante ricevette una medaglia dal Governo italiano. Fu insignita di numerosi premi, particolarmente importanti sono: Prémio Teixeira de Pascoaes (1977), Prémio Camões (1999), Prémio Max Jacob Étranger (2001), Prémio Rainha Sofia de Poesia Iberoamericana (2003).
Le poesie qui proposte sono tratte da Livro Sexto, Obra Poética, Editorial Caminho.

 


AS CIGARRAS

Com o fogo do céu a calma cai
No muro branco as sombras são direitas
A luz persegue cada coisa até
Ao mais extremo limite do visìvel
Ouvem-se mais as cigarras do que o mar

LE CICALE

Con il fuoco dal cielo cade la calma
Sul muro bianco le ombre sono dirette
La luce persegue ogni cosa fino
Al più estremo limite del visibile
S’odono più le cicale che il mare

 

 

MANHÃ

Como um fruto que mostra
Aberto pelo meio
A frescura do centro

Assim é a manhã
Dentro da qual eu entro

 

 

MATTINA

Come un frutto che mostra
Aperto a metà
La freschezza del centro

Così è la mattina
Dentro la quale io entro

 

 

A VAGA

Como toiro arremete
Mas sacode a crina
Como cavalgada

Seu próprio cavalo
Como cavaleiro
Força e chicoteia
Porém é mulher
Deitada na areia
Ou é bailarina
Que sem pés passeia

 

 

L’ONDA

Come toro carica
Ma scuote la criniera
Come cavalcata

Il suo cavallo
Come cavaliere
Forza e sferza
Tuttavia è donna
Coricata nella sabbia
O è ballerina
Che senza piedi passeggia

NO POEMA

Transferir o quadro o muro a brisa
A flor o copo o brilho da madeira
E a fria e virgem liquidez da água
Para o mundo do poema limpo e rigoroso

Preservar de decadência morte e ruína
O instante real de aparição e de surpresa
Guardar num mundo claro
O gesto claro da mão tocando a mesa

NELLA POESIA

Trasferire il quadro il muro la brezza
Il fiore il bicchiere la lucentezza del legno
E la fredda e vergine liquidità dell’acqua
Nel mondo della poesia limpido e rigoroso

Preservare da decadenza morte e rovina
L’istante reale di apparizione e di sorpresa
Guardare in un mondo chiaro
Il gesto chiaro della mano toccando la tavola

 

DESPEDIDA

Na estação na tarde o fumo
O rumor o vaivém as faces
Anónimas
Criam no interior do amor um outro cais

As lágrimas
O fogo da minha alma as queima antes que brotem

CONGEDO

Nella stazione di sera il fumo
Il rumore il va e vieni le facce
Anonime
Creano nell’intimo dell’amore un’altra banchina

Le lacrime
Il fuoco della mia anima le brucia prima che sgorghino

 

 

O POEMA

O poema me levará no tempo
Quando eu já não for a habitação do tempo
E passarei sozinha
Entre as mãos de quem lê

O poema alguém o dirá
Às searas
Sua passagem se confundirá
Como o rumor do mar com o passar do vento

O poema habitará
O espaço mais concreto e mais atento

No ar claro nas tardes transparentes
Suas sílabas redondas

(Ó antigas ó longas
Eternas tardes lisas)

Mesmo que eu morra o poema encontrará
Uma praia onde quebrar as suas ondas

E entre quatro paredes densas
De funda e devorada solidão
Alguém seu próprio ser confundirá
Com o poema no tempo

 

 

LA POESIA

La poesia mi condurrà nel tempo
Quando non sarò più l’abitazione del tempo
E passerò solitaria
Dentro le mani di chi legge

La poesia qualcuno la dirà
Alle messi

Il suo passaggio si confonderà
Come il rumore del mare con il passare del vento

La poesia abiterà
Lo spazio più concreto e più attento

Nell’aria chiara nelle sere trasparenti
Le sue sillabe rotonde

(O antiche o lunghe
Eterne sere lisce)

Anche se morirò la poesia incontrerà
Una spiaggia dove infrangere le sue onde

E fra quattro pareti dense
Di profonda e divorata solitudine
Qualcuno il suo proprio essere confonderà
Con la poesia nel tempo

 

 

CAMPO

Estou só nos campos
A doce noite murmura
A lua me ilumina
Corre em meu coração um rio de frescura
De tudo o que sonhou minha alma se aproxim
a

 

 

CAMPO

Sto sola nei campi
La dolce notte mormora
La luna mi illumina
Corre nel mio cuore un fiume di freschezza
A tutto quello che sognò la mia anima si avvicina

 

 

PARA ATRAVESSAR CONTIGO
O DESERTO DO MUNDO

Para atravessar contigo o deserto do mundo
Para enfrentarmos juntos o terror da morte
Para ver a verdade para perder o medo
Ao lado dos teus passos caminhei

Por ti deixei meu reino meu segredo
Minha rápida noite meu silêncio
Minha pérola redonda e seu oriente
Meu espelho minha vida minha imagem
E abandonei os jardins do paraíso

Cá fora à luz sem véu do dia duro
Sem os espelhos vi que estava nua
E ao descampado se chamava tempo

Por isso com teus gestos me vestiste
E aprendi a viver em pleno vento

 

 

 

PER ATTRAVERSARE CON TE
IL DESERTO DELMONDO
Per attraversare con te il deserto del mondo
Per affrontare insieme il terrore della morte
Per vedere la verità per perdere la paura
Camminai a lato dei tuoi passi

Per te lasciai il mio regno il mio segreto
La mia rapida notte il mio silenzio
La mia perla rotonda e il suo oriente
Il mio specchio la mia vita la mia immagine
E abbandonai i giardini del paradiso

Qua fuori alla luce senza velo del giorno duro
Senza gli specchi vidi che ero nuda
E lo spazio aperto si chiamava tempo

Perciò con i tuoi gesti mi vestisti
E imparai a vivere in pieno vento

 

 

 

 

 

 

CARTA AOS AMIGOS MORTOS

Eis que morrestes – agora já não bate
O vosso coração cujo bater
Dava ritmo e esperança ao meu viver
Agora estais perdidos para mim
– O olhar não atravessa esta distância –
Nem irei procurar-vos pois não sou
Orpheu tendo escolhido para mim
Estar presente aqui onde estou viva
Eu vos desejo a paz nesse caminho
Fora do mundo que respiro e vejo
Porém aqui eu escolhi viver
Nada me resta senão olhar de frente
Neste país de dor e incerteza
Aqui eu escolhi permanecer
Onde a visão é dura e mais difícil

Aqui me resta apenas fazer frente
Ao rosto sujo de ódio e de injustiça
A lucidez me serve para ver
A cidade a cair muro por muro
E as faces a morrerem uma a uma
E a morte que me corta ela me ensina
Que o sinal do homem não é uma coluna

E eu vos peço por este amor cortado
Que vos lembreis de mim lá onde o amor
Já não pode morrer nem ser quebrado
Que o vosso coração que já não bate
O tempo denso de sangue e de saudade
Mas vive a perfeição da claridade
Se compadeça de mim e de meu pranto
Se compadeça de mim e de meu canto

LETTERA AGLI AMICI MORTI

Ecco che moriste – ora già non batte
Il vostro cuore il cui battere
Dava ritmo e speranza al mio vivere
Ora siete perduti per me
– Lo sguardo non attraversa questa distanza –
Neppure andrei a ricercarvi poiché non sono
Orfeo avendo scelto per me
Di stare presente qui dove sono viva
Vi auguro la pace nel vostro cammino
Fuori dal mondo che respiro e vedo
Tuttavia qui scelsi di vivere
Niente mi resta se non guardare di fronte
In questo paese di dolore e incertezza
Qui scelsi permanere
Dove la visione è dura e più difficile

Qui mi resta soltanto far fronte
Al volto sudicio di odio e di ingiustizia
La lucidità mi serve per vedere
La città cadere muro dopo muro
E le facce morire una a una
E la morte che mi falcia essa mi insegna
Che il segno dell’uomo non è una colonna

E vi chiedo per questo amore reciso
Che voi mi ricordiate là dove l’amore
Non può morire né essere spezzato
Che il vostro cuore che già non batte
Il tempo denso di sangue e di nostalgia
Ma vive la perfezione della chiarezza
Abbia compassione di me e del mio pianto
Abbia compassione di me e del mio canto

 

 

 

PÁTRIA

Por um país de pedra e vento duro
Por um país de luz perfeita e clara
Pelo negro da terra e pelo branco do muro
Pelos rostos de silêncio e de paciência
Que a miséria longamente desenhou
Rente aos ossos com toda a exatidão
Dum longo relatório irrecusável
E pelos rostos iguais ao sol e ao vento
E pela limpidez das tão amadas
Palavras sempre ditas com paixão
Pela cor e pelo peso das palavras
Pelo concreto silêncio limpo das palavras
Donde se erguem as coisas nomeadas
Pela nudez das palavras deslumbradas
– Pedra rio vento casa
Pranto dia canto alento
Espaço raiz e água
Ó minha pátria e meu centro
Me dói a lua me soluça o mar
E o exílio se inscreve em pleno tempo

 

 

 

PATRIA

Per un paese di pietra e vento duro
Per un paese di luce perfetta e chiara
Per il nero della terra e per il bianco del muro
Per i volti di silenzio e di pazienza
Che la miseria lungamente disegnò
Rasente alle ossa con tutta l’esattezza
Di una lunga relazione irrecusabile
E per i visi uguali al sole e al vento
E per la limpidezza delle tanto amate
Parole sempre dette con passione
Per il colore e per il peso delle parole
Per il concreto silenzio limpido delle parole
Da dove si ergono le cose nominate
Per la nudità delle parole abbagliate
– Pietra fiume vento casa
Pianto giorno canto ardore
Spazio radice e acqua
O mia patria e mio centro
Mi duole la luna mi singhiozza il mare
E l’esilio si inscrive in pieno tempo

 

 

 

AS PESSOAS SENSÍVEIS

As pessoas sensíveis não são capazes
De matar galinhas
Porém são capazes
De comer galinhas
O dinheiro cheira a pobre e cheira
À roupa do seu corpo
Aquela roupa
Que depois da chuva secou sobre o corpo
Porque não tinham outra
O dinheiro cheira a pobre e cheira
A roupa
Que depois do suor não foi lavada
Porque não tinham outra
«Ganharás o pão com o suor do teu rosto»
Assim nos foi imposto
E não:
«Com o suor dos outros ganharás o pão»
Ó vendilhões do templo
Ó construtores
Das grandes estátuas balofas e pesadas
Ó cheios de devoção e de proveito

Perdoai-lhes Senhor
Porque eles sabem o que fazem


LE PERSONE SENSIBILI

Le persone sensibili non sono capaci
Di uccidere galline
Però sono capaci
Di mangiare galline
Il denaro odora di povero e odora
Le vesti del suo corpo
Quelle vesti
Che dopo la pioggia asciugarono sul corpo
Perché non ne avevano altre
Il denaro odora di povero e odora
Le vesti
Che dopo il sudore non furono lavate
Perché non ne avevano altre
«Guadagnerai il pane con il sudore del tuo volto»
Così ci fu imposto
E non:
«Con il sudore di altri guadagnerai il pane»
O venditori del tempio
O costruttori
Delle grandi statue ingombranti e pesanti
O colmi di devozione e profitto

Perdonali Signore
Perché loro sanno quello che fanno

 

 

O SUPER-HOMEM

Onde está ele o super-homem? Onde?
– Encontrei-o na rua ia sozinho
Não via a dor nem a pedra nem o vento
Sua loucura e sua irrealidade
Lhe serviam de espelho e de alimento

 

 

IL SUPER-UOMO

Dove sta lui il super-uomo? Dove?
– Lo incontrai nella strada andava solitario
Non vide il dolore né la pietra né il vento
La sua follia e la sua irrealtà
Gli servivano da specchio e da alimento


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