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POESIA BRASILIANA CONTEMPORANEA: I POETI DELL’«ABRE ALAS» DI MINAS GERAIS 1980-2000
di Prisca Augustoni
«Abre alas» di Juiz de Fora
Durante l’inizio degli anni ’80 il Brasile è attraversato da una varietà di linee poetiche che consideravano, per esempio, l’estetica avanguardista della Settimana dell’Arte Moderna del 1922, – la poesia razionale e sobria di João Cabral de Melo Neto, le voci singolari di Manuel Bandeira o di Carlos Drummond de Andrade, cosí come l’estetica «concretista» di Augusto de Campos, Haroldo de Campos e Décio Pignatari, senza dimenticare la poesia sociale degli anni ’60 dei Centri Popolari di Cultura. Un ritratto di quest’effervescenza è dato attraverso la chiamata «poesia marginale» (con poeti come Cacaso, Chacall), che a partire dalla fine degli anni ’70 mischiava, ritagliava, sovrapponeva, contrapponeva tutti questi aspetti della poesia brasiliana in pieno periodo di vigenza della dittatura militare, iniziata nel 1964. Il movimento dell’«Abre Alas» (1980-1985) respirò quest’atmosfera creativa. Era composto da giovani universitari, tra i quali Iacyr Anderson Freitas e Fernando Fábio Fiorese Furtado. Negli anni successivi si aggregarono Júlio Polidoro, Edimilson de Almeida Pereira e, in modo meno regolare, Eustáquio Gorgone de Oliveira. La loro pratica poetica si articolava in attività di diversa specie, anche se alla radice vigeva la lettura della poesia contemporanea (brasiliana e straniera), la pubblicazione della rivista «Abre Alas», distribuita nelle piazze pubbliche, seguita da rappresentazioni teatrali e da un’aspra critica riguardante la situazione politica che il paese stava attraversando. Dal 1983 al 1985 lo stesso gruppo editò la rivista «D’Lira», con spazio dedicato a saggi critici, poesia, arte plastica e cinema. La stretta convivenza di questi poeti ha generato un’opera di gruppo, una collaborazione che, nonostante le particolarità specifiche ad ogni autore, è vissuta ancora oggi come una grande fonte di scambi e di coscienza critica sulla creazione letteraria. Questo si spiega anche dal fatto che lo stato di Minas Gerais conta con una forte tradizione letteraria, con autori quali Carlos Drummond de Andrade, Murilo Mendes (vissuto per molti anni in Italia), Adélia Prado, Affonso Romano de Sant’Anna e Jõao Guimarães Rosa. Presentiamo qui di seguito una scelta di 6 testi che appartengono ai cinque poeti rappresentativi del movimento.
I poeti
FERNANDO FABIO FIORESE: Nato il 21 marzo 1963, a Pirapetinga, Minas Gerais. Poeta, narratore, saggista e professore alla facoltà di Comunicazione dell’Università Federale di Juiz de Fora. Ha tradotto in Brasile testi di Alberto Moravia, Eugenio Montale e Umberto Saba. Alcune sue poesie sono state pubblicate in riviste specializzate del suo paese, in Portogallo e negli Stati Uniti. In Italia, alcune sue poesie sono state pubblicate nelle riviste Spiritualità & Letteratura, Il convivio e Ricerca, Research, Recherche. Ha pubblicato un saggio critico sulla filmografia di Buster Keaton, e un saggio letterario sulla poetica di Murilo Mendes e gli orizzonti della modernità.
Opera poetica: Leia, não é cartomante, 1982; Exercícios de vertigem & outros poemas, 1985; Ossário do mito, 1990; Dançar o nome, 2000 (antologia con Freitas e Pereira); Corpo portátil, 2002 (riunione poetica, con gli inediti:A primeira dor; Papéis avulsos; Pequeno livro de linhagens; Corpo portátil).
IACYR ANDERSON FREITAS: Nato il 22 settembre 1963 a Patrocínio do Muriaé, Minas Gerais. Ingegnere civile, è poeta e saggista. Ha pubblicato articoli letterari e poesie in riviste del Brasile, Francia, Portogallo, Spagna, Argentina, Stati Uniti, Colombia e Cile. In Italia, alcune sue poesie sono apparse sulle riviste Punto di vista, Ricerca Research Recherche, Private, Il Convivio e Keraunia. Ha conseguito un master in Teoria della letteratura con un lavoro dedicato all’opera del poeta di Salvador da Bahia, Ruy Espinheira Filho.
Opera poetica: Verso e palavra, 1982; Pedra-Minas, 1984; Colagem de bordo e outros poemas, 1986; Outurvo, 1987; Pedra-Minas e Memorablia, 1989; O aprendizado da figura, 1989; Sísifo no espelho, 1990; Primeiro livro de chuvas, 1991; Messe, 1995; Lázaro, 1995; Mirante, 1999; Oceano coligido, antologia poetica, 2000; Dançar o nome (antologia, con Fiorese e Pereira), 2000.
EDIMILSON DE ALMEIDA PEREIRA: è nato il 18 luglio 1963 a Juiz de Fora, Minas Gerais. È poeta, antropologo, saggista e professore di letteratura brasiliana e portoghese all’Università Federale di Juiz de Fora. Numerose le sue pubblicazioni, sia in ambito della creazione poetica e della letteratura per bambini, che in ambito della ricerca sulla cultura popolare e religiosa del Brasile. Ha poesie pubblicate in riviste e antologie del Portogallo, Stati Uniti, Germania, Francia, Inghilterra e Spagna. Ha vissuto due anni in Svizzera, realizzando studi di post-dottorato che vertono sulla tradizione orale afrobrasiliana.
Opera poetica: Dormundo, 1985; Livro de falas, 1987; Árvore dos Arturos, 1988; Corpo imprevisto & Margem dos nomes, 1989; Ô lapassi, 1990; Corpo vivido, riunione poetica, 1991; Hipocampo, 1991; O homem da orla furada, 1995; Rebojo, 1995; A roda do mundo, 1996 (con Ricardo Aleixo); Águas de Contendas, 1998; Dançar o nome (con Fiorese e Freitas), 2000; Zeosório Blues, 2002.
JÚLIO POLIDORO: Nato il 29 luglio 1959 a Juiz de Fora, Minas Gerais. Ha studiato filosofia all’Università Federale di Juiz de Fora. È poeta. Ha svolto attività come giornalista e come responsabile di programmi radiofonici. Inoltre, è stato uno degli editori della rivista «Abre Alas» e responsabile editoriale della rivista D’Lira. Sue poesie sono state pubblicate in varie antologie di poesia brasiliana contemporanea e negli Stati Uniti.
Opera poetica: Treze poemas essenciais, 1979; Pequenos assaltos, 1990; Orla dos signos, antologia poetica, 2001 (con gli inediti A fala interdita, 1990 e Os Ciclos Contingentes, 1997).
EUSTÁQUIO GORGONE DE OLIVEIRA: Nato il 22 aprile 1949 a Caxambu, Minas Gerais. Licenziato in Lettere e Pedagogia. Negli anni 70 ha vissuto a Rio de Janeiro, prendendo parte a diversi movimenti letterari ed artistici. Poeta, lavora come funzionario dell’amministrazione pubblica nella sua città. Ha pubblicato poesie in diverse antologie di poesia brasiliana contemporanea, così come in riviste e giornali in Portogallo, Spagna e Stati Uniti. E autore di un progetto culturale che recupera l’opera di Francisco da Silva Reis, scultore portoghese del XIX secolo.
Opera poetica : Delirium-tremens, 1974; Minas, 1983; Fuzis leporinos, 1983; Sol versus sol, 1984 ; Litogravuras, 1984 ; Visitando a cidade, 1985 ; Exercícios, 1986 ; Comarca do Rio das Mortes, 1990 ; Tear de imagens, antologia poetica, 1990 ; Girassol fixo, 1995 ; Passagem na orfandade, 1999; Talho-Doce, 2002; Pouso Alto, 2002.
La traduttrice
PRISCA AGUSTONI. Nata nel 1975 in Ticino. Dal 1994 al 2002 ha vissuto a Ginevra, dove si è laureata in Lettere Ispaniche e Filosofia e dove ha conseguito il master in Gender Studies. Attualmente vive tra il Brasile ed il Ticino, preparando un dottorato in letteratura comparata. È poeta e traduttrice, privilegiando la traduzione dallo spagnolo e dal portoghese; collabora con diverse riviste letterarie in Brasile, Portogallo e Svizzera pubblicando traduzioni poetiche e testi di sua produzione.
In Brasile ha pubblicato le raccolte poetiche Inventario di voci (2001) e Sorelle di fieno (2002), in versione bilingue. Sempre in Brasile ha pubblicato una serie di brevi racconti per bambini (A menina do guardachuva invisível e Coleção Bilbeli).
FERNANDO FÁBIO FIORESE FURTADO
1.
A beleza era antes
e minhas mãos trabalhavam
a louça dos sonhos,
a louça branca e solar
na mesa da varanda,
onde a família
almoçava o silêncio.
E o pai enumerava os embates
e doía a mãe de tanto amar
e os irmãos, ah os irmãos,
sonhávamos frutos de outro pomar.
|
1.
La bellezza era anteriore
e le mie mani lavoravano
la porcellana dei sogni,
la porcellana bianca e solare
sul tavolo della veranda,
dove la famiglia
pranzava il silenzio.
E il padre enumerava gli scontri
e doleva la madre per amare tanto
e i fratelli, ah i fratelli,
sognavamo frutti d’un altro frutteto.
|
(Da Ossário do mito)
3.
O silêncio era antes,
quando cada palavra
inaugurava um espanto
e a carne
em verbos se desvelava,
tocando tudo que nascia
fosse música caracol
pedra mar ou ventania.
Debruçado sobre o nada,
cantei as encarnações do fogo,
o dilúvio das coisas desejadas.
Sim,
o silêncio era antes,
e transformou minha sede
num rio de palavras.
|
3.
Il silenzio era anteriore,
quando ogni parola
inaugurava uno spavento
e la carne
in verbi si rivelava,
toccando tutto ciò che nasceva
fosse musica conchiglia
pietra mare o tempesta.
Volto sul nulla,
cantai le incarnazioni del fuoco,
il diluvio delle cose desiderate.
Sì,
il silenzio era prima,
e trasformò la mia sete
in un fiume di parole.
|
(Da Ossário do mito)
6.
A memória era antes.
Entre as miudezas do chão,
o tempo escavava
as entranhas de Deus.
- Todo horror é sagrado.
Depois, o desterro.
À margem das coisas,
me debruço sobre a névoa,
a névoa que abraça o verbo.
|
6.
La memoria era anteriore.
Tra le minuzie della terra,
il tempo scavava
le viscere di Dio.
- Ogni orrore è sacro.
Dopo, l’esilio.
Al margine delle cose,
mi volgo sulla nebbia,
la nebbia che abbraccia il verbo.
|
(Da Ossário do mito)
7.
A mão era antes
o batismo da matéria
- lettera amorosa
que tudo contamina.
Nenhuma habitação me convida
ao calor de suas sombras,
ao furor de seus touros.
Serei eu a distância
da ferramenta possuída
ou a cólera,
a cólera da matéria amiga?
|
7.
La mano era anteriore
il battesimo della materia
- lettera amorosa
che tutto contamina.
Nessun’abitazione m’invita
al calore delle sue ombre,
al furore dei suoi tori.
Sarò io la distanza
della ferramenta posseduta
o la collera,
la collera della materia amica?
|
(Da Ossário do mito)
EX-VOTO
a casa sitiada pela chuva
cães devoram pedras nuvens plantas
o oratório consumido por relâmpagos
deuses enterram-se no quintal
nenhuma devoção.
|
EX-VOTO
la casa assediata dalla pioggia
cani divorano pietre nuvole piante
l’oratorio consumato dai lampi
dei si sotterrano nel patio
nessuna devozione.
|
(De Ossário geral)
EX-LIBRIS
O abismo não se arreda
puindo com palavras
os sinais da possessão:
plurais do sol e do canto.
Ó alfabeto famélico
Babel de todos e ninguém
|
EX-LIBRIS
L’abisso non s’allontana
pulendo con parole
i segnali della possessione:
plurali del sole e del canto.
Oh alfabeto famelico
Babele di tutti e nessuno
|
(Da Ossário do mito)
IACYR ANDERSON FREITAS
CRIAÇÃO
contra nós volta-se o rosto numeroso
as províncias de antanho
enovelam-se no barro puro
sob o mito inicial,
maior e sempre anônimo.
contra nós move-se a palma do mundo
as coisas todas criam forma
avançam pela noite a nosso encalço
§ nada nos será amargo ou claro
com rasgo silencioso
o touro, manhã de entre as almas,
resistindo
|
CREAZIONE
contro di noi si gira il viso numeroso
le province d’altre epoche
s’aggrovigliano nel fango puro
sotto il mito iniziale,
maggiore e sempre anonimo.
contro di noi si muove la palma del mondo
tutte le cose creano forma
avanzano nella notte incalzando
§ nulla ci sarà amaro o chiaro
con traccia silenziosa
il toro, mattino tra le anime,
resistendo
|
(Da Oceano coligido)
POSSESSÃO
sei que esta tarde e este mar
são meus
porque aqui sonhou-os o amor um dia
e também o que declaro
às milícias tuas
e a grandeza sem mácula
desta hora
os tubérculos
as vertentes
de sais incendiados por teu corpo
tudo foi aqui sonhado um dia
havemos de cumprir nossos cuidados
havemos de cumpri-los
no acalanto das febres
no amor
que entre as febres
se consome
|
POSSESSIONE
so che questo pomeriggio e questo mare
sono miei
perché qui li sognò l’amore un giorno
e anche quello che dichiaro
alle tue milizie
e la grandezza senza macchia
di quest’ora
i tubercoli
le vertenti
di sali incendiati dal tuo corpo
tutto fu sognato un giorno
dobbiamo compiere le nostre incombenze
dobbiamo compierle
nella ninnananna delle febbri
nell’amore
che tra le febbri
si consuma
|
(Da Primeiro livro de chuvas)
INTERDITO
foi-me vedado o dia
em que todas as coisas
não seriam mais
que um regaço
percorrendo a infância
às cegas
tateando o horizonte tonsurado
hei de encontrar este dia
ah
deixai-me estar aqui
à espera deste dia
|
INTERDETTO
mi fu vietato il giorno
in cui tutte le cose
non sarebbero più
che un grembo
percorrendo l’infanzia
alla cieca,
tastando l’orizzonte tonsurato
devo incontrare questo giorno
ah
lasciatemi qui
in attesa di questo giorno
|
(Da Primeiro livro de chuvas)
ICONOGRAFIA
dia mais azul
que toda infância resumida
o sol afunda os omoplatas
no lajedo enfim
tudo possui
outra profundidade
outra linhagem
(ninguém procura os lenitivos
para a dor de existir
sob um azul de tão medonha estirpe)
os meninos percebem
nos desvãos
a via crucis do tempo
sozinho
sem véus
pela rua deserta
|
ICONOGRAFIA
giorno più blu
che tutte le infanzie riassunte
il sole affonda le scapole
nel lastrico infine
tutto possiede
un’altra profondità
un altro lignaggio
(nessuno cerca i sedativi
per il mal d’esistere
sotto un blu di tal paurosa stirpe)
i bambini percepiscono
nei vani
la via crucis del tempo
solo
senza veli
nella strada deserta
|
(Da Primeiro livro de chuvas)
OCEANO COLIGIDO
inverte-se enfim a arquitetura,
onde havia pedra
resta agora outra figura:
ruína em que o oceano
se ajoelha e bate,
eternamente bate, mas
onde jamais se apura.
|
OCEANO RIUNITO
s’inverte infine l’architettura,
dove c’era pietra
rimane ora un’altra figura:
rovina in cui l’oceano
s’inginocchia e batte,
eternamente batte, ma
dove mai s’epura.
|
(Da Primeiro livro de chuvas)
9.
Bem pouco a conheço. Surge sozinha.
Traz nas mãos uma ingratidão só dela
e uma beleza que aniquila a minha
escassa convicção. Surge mais bela
que toda a imensidade resumida.
Não há consolo: seu corpo é a cela
que nubla de agostos a minha vida.
Como poderei libertar-me dela?
Uma luz de velas cinge adiante
um ramo de trevas. Onde a saída?
Onde o final que me alivie e encante?
Agora rompe a aurora, dolorida.
Já não tem nenhum pudor, nesse instante,
sua imagem, que a tudo me convida.
|
9.
Ben poco la conosco. Sorge sola.
Porta nelle mani un’ingratitudine tutta sua
e una bellezza che annulla la mia
scarsa convinzione. Sorge più bella
che tutta l’immensità riassunta.
Non c’è consolazione: il suo corpo è la cella
che annuvola di agosti la mia vita.
Come potrei liberarmi di lei?
Una luce di candele cinge innanzi
un ramo d’oscurità. Dove l’uscita?
Dove il finale che mi allevii e incanti?
Ora rompe l’aurora, sofferta.
Non ha più nessun pudore, in questo istante,
la sua immagine, che a tutto m’invita.
|
(Da Mirante)
EDIMILSON DE ALMEIDA PEREIRA
PARAGEM
O ouro no corpo,
espaço absurdo.
Mãos que o buscam
sabem o custo.
Nada espera o amor
embora aprenda
o contrabando.
No inverno dos ossos
outro fogo inventa.
|
LUOGO
L’oro nel corpo,
spazio assurdo.
Mani che lo cercano
ne sanno il costo.
Nulla aspetta l’amore
nonostante impari
il contrabbando.
Nell’inverno delle ossa
un altro fuoco inventa.
|
(Da Hipocampo)
OPUS
O coração navega.
De amores esperados nenhum
ancorou. O campo
parece outro (de quando ?).
Mas, eis que a perda
gera seu reparo : o amor
atravessa a noite
encarcerado na grimpa.
O coração campeia.
Oceano.
|
OPUS
Il cuore naviga.
Degli amori attesi nessuno
ancorò. Il campo
sembra un altro (di quando?).
Ma ecco che la perdita
genera la sua cura: l’amore
attraversa la notte
incarcerato nel cielo
Il cuore campeggia.
Oceano.
|
(Da Hipocampo)
ORACÃO
Coração tece
o que nunca será tecido.
Ama a mesma mulher
de ela dizer
louvado seja Nossenhor Morto
que tanto medo me faz.
O poema melhor não veio
não se sabe emoção ou palavra.
Louvado seja o amor
que me desperdiça
em guirlandas
e procissões.
Misérrimo o coração
que tanto medo me faz.
|
ORAZIONE
Il cuore tesse
ciò che non sarà mai tessuto.
Ama la stessa donna
da farle dire
lodato sia Nossignore Morto
che mi fa tanta paura.
La miglior poesia non venne
non si conosce emozione o parola.
Lodato sia l’amore
che mi spreca
in ghirlande
e processioni.
Miserabile il cuore
che mi fa tanta paura.
|
(Da Águas de Contendas)
SANTO ANTÔNIO DOS CRIOULOS
Há palavras reais.
Inútil escrever sem elas.
A poesia entre cãs e bichos
é também palavra.
Mas o texto captura é o rastro
de carros indo, sem os bois.
A poesia comparece
para nomear o mundo.
|
SANTO ANTONIO DEI CREOLI
Esistono parole reali.
Inutile scrivere senza di esse.
La poesia tra capelli bianchi e animali
è anch’essa parola.
Però ciò che il testo cattura è l’orma
dei carri che vanno, senza i buoi.
La poesia avviene
per nominare il mondo.
|
(Da Águas de Contendas)
CONTENDA
O clã
tem uma geografia de morte.
Não se viu a queda do avô
no trole
da avó no precipício.
Nas margens habilidade
para evitar encontros de facas
salvo exceções
sem rosto (mulher ou nuvem).
Chiquinha morreu na cadeia
não é mais acontecimento
só murmúrio
o lado fero da família
inconformado
criminoso
contra a lei
contra a espécie.
|
CONTENDA
Il clan
ha una geografia di morte.
Non si è vista la caduta del nonno
nella treggia
della nonna nel precipizio.
Tra gli argini abilità
per evitare gli incontri di coltelli
salvo eccezioni
senza viso (donna o nuvola).
Chiquinha è morta in prigione
non è più avvenimento
appena bisbiglio
il lato feroce della famiglia
non rassegnato
criminale
contro la legge
contro la specie.
|
(Da Águas de Contendas)
EBLA
Perdido o cálice
não formado.
Inventa-se o nome
com iniciais do campo.
A família reza
aos terríveis anjos.
O verbo flameja
sobre o pão.
Perdida em núpcias
a iluminura.
Outra ordem entanto
move o coração.
Para o amor
que não aporta
vieram os dias.
A feição indissolúvel.
|
EBLA
Perso il calice
non composto.
S’inventa il nome
con le iniziali del campo.
La famiglia prega
gli angeli terribili.
Il verbo fiammeggia
sul pane.
Persa in nozze
la miniatura.
Frattanto, un altro ordine
muove il cuore.
Per l’amore
che non approda
giunsero i giorni.
La forma indissolubile.
|
(Da Águas de Contendas)
JÚLIO POLIDORO
SEMEADURA
a Fernando Fábio Fiorese Furtado
Colhemos cada segundo
solo árido
pó
Possuídos
Parávamos à porta:
da soleira
o vento
nosso rosto de amanhã
|
SEMINATURA
a Fernando Fábio Fiorese Furtado
Raccogliamo ogni secondo
suolo arido
polvere
Posseduti
Restavamo alla porta:
dalla soglia
il vento
il nostro volto di domani
|
(Da Pequenos Assaltos)
SEM IDENTIDADE
a José Santos Matos
Das estações inúteis
perco meu nome de vista:
não sou o homem que anda
não há consulta a relógios
Apertei a mão de alguém um dia
como se abafasse
a sensação irreversível
|
SENZA IDENTITÀ
A José Santos Matos
Dalle stagioni inutili
perdo di vista il mio nome:
non sono l’uomo che va
non si consultano orologi
Strinsi la mano di qualcuno un giorno
come se soffocasse
la sensazione irreversibile
|
(Da Pequenos Assaltos)
COISA SOBRE COISA
meses fósseis
habitam esse inverno
de cimalha e traças
o dia
testemunho da ruína
que cavamos
cabe
num gesto de lisura
inacabado
|
COSA SU COSA
mesi fossili
vivono questo inverno
di cornice e tarme
il giorno
testimonianza della rovina
che scaviamo
è contenuto
in un gesto d’onestà
non concluso
|
(Da A fala interdita)
A FALA INTERDITA
o verbo fez-se fala
inaugura-se o rito
arabescos na pedra
a perda se inaugura
fez-se signo
sítios de areia
cria demônios
a fala interdita
|
IL DISCORSO INTERDETTO
il verbo si fece discorso
s’inaugura il rito
arabeschi nella pietra
la perdita s’inaugura
si fece segno
luoghi di sabbia
alleva demoni
il discorso interdetto
|
(Da A fala interdita)
RESÍDUO
escrito
dialeto de nuvem
ressurreição
no dia do juízo
escrevo:
tálamo das falas
meus olhos
citarão o fumo
meus olhos
saberão a voz
escrito escrito
istmo da língua
barco bêbado
o não dito
|
RESIDUO
scritto
dialetto di nuvola
resurrezione
nel giorno del giudizio
scrivo:
talamo delle parole
i miei occhi
citeranno il fumo
i miei occhi
sapranno la voce
scritto scritto
istmo della lingua
naviglio ubriaco
il non detto
|
(Da A fala interdita)
LA PORTE ÉTROITE
Provavelmente não direi o nome
de quem bate.
- Lógica impostura -
evitar monturos
como o que separa caos de abismo.
Provavelmente afastarei esta noite
para o ocaso
onde outro rosto desponte
com palavras certas.
|
LA PORTE ÉTROITE
Probabilmente non dirò il nome
di chi batte.
- Logica impostura -
evitare residui
come quello che separa caos da abisso.
Probabilmente allontanerò questa notte
verso il tramonto
dove un altro viso sorga
con parole certe.
|
(Da Pequenos assaltos)
EUSTÁQUIO GORGONE DE OLIVEIRA
MINAS
Vejo Minas, chove.
Há Cristos de lama nas igrejas
e fardas no cinema.
Vejo águas, Gerais.
Há cidades imersas nos rios
e peixes nos hotéis de luxo.
Vejo Minas Gerais.
Depois da soleira da porta,
o vento é de mármore.
Além das minas de ouro,
os amantes são estrábicos.
|
MINAS
Vedo Minas, piove.
Ci sono Cristi di fango nelle chiese
e divise nel cinema.
Vedo acque, Gerais.
Ci sono città immerse nei fiumi
e pesci negli alberghi di lusso.
Vedo Minas Gerais.
Dopo la soglia della porta,
il vento è di marmo.
Oltre le mine d’oro,
gli amanti sono strabici.
|
(Da Minas)
A SOLIDÃO
Se não fosse o pequeno crucifixo
pintado pelo sangue de Cristo,
talvez a solidão teria me vencido.
Pois ela se portou como uma perfeita serva
ao me servir o pão amanhecido.
Tomando um copo de vinho,
sentou-se ao meu lado.
Ai, se não fosse esta adorada cruz
talhada a canivete de picar fumo,
estaria morto como os móveis
da sala.
|
LA SOLITUDINE
Se non fosse il piccolo crocifisso
dipinto dal sangue di Cristo,
forse la solitudine mi avrebbe vinto.
Si comportò come una perfetta serva
al servirmi il pane fatto giorno.
Bevendo un bicchiere di vino,
si sedette vicino a me.
Ah, se non fosse quest’adorata croce
intagliata col coltellino per tagliar fumo,
sarei morto come i mobili
della sala.
|
(Da Minas)
O céo agora é um tacho
de zinabre
E a cinza não o clareia.
Também o arranjo dos ossos,
Que forma os pés, mudou.
Estrelas e andorinhas
Não cobrem as cabeças.
E velhos anjos dourados
Mariposam nos lupanares.
|
Il cielo ora è una pentola
di rame
E la cenere non lo rischiara.
Anche l’arrangio delle ossa,
Che forma i piedi, mutò.
Stelle e rondini
Non coprono le teste.
E vecchi angeli dorati
Sfarfallano nei lupanari
|
(Da Comarca do Rio das Mortes)
1.
Deixa o poema germinar.
Depois, será esquecido.
Instrumento sem uso, terá repouso.
Procura no arco-íris a cor serva,
aquela que há muito te acompanha.
Dê nome às tuas jóias
antes que pertençam a outro.
Ao amor vindo à tona, inconsútil,
deixa-lhe marcas de azul-tártaro.
E, enquanto houver incenso nas palavras,
confirma o abraço que não existe.
|
1.
Lascia germinare la poesia.
Dopo, sarà dimenticata.
Strumento senz’uso, avrà riposo.
Cerca nell’arcobaleno il colore servo,
quello che da tempo ti accompagna.
Dai nome ai tuoi gioielli
prima che appartengano ad un altro.
All’amore nascente, inconsutile,
lascia segni di blu-tartaro.
E finché ci sia incenso nelle parole,
conferma l’abbraccio che non esiste.
|
(Da Passagem na orfandade)
38.
Descanso no pequeno aposento
e já não me cobro respostas.
A respiração brota em meu peito
como flor que esteve sem água.
Ouço ruídos que não ouvia
enquanto estava desperto.
No recolhimento me nutro:
despensa onde fica o milho.
Durmo sobre ele, nele me perco.
Também sou o cereal perecível.
|
38.
Riposo nel piccolo alloggio
e non mi esigo risposte.
La respirazione nasce nel mio petto
come fiore che restò senz’acqua.
Ascolto rumori che non ascoltavo
mentre ero sveglio.
Nel raccoglimento mi nutro:
dispensa dove rimane il grano.
Dormo su di lui, in lui mi perdo.
Anch’io sono il cereale mortale.
|
(Da Passagem na orfandade)
32.
Luminosas garras de cobre
direcionam-se ao coração.
Despojá-lo de sua figura,
do sangue mesclado ao símbolo,
é tarefa quase pronta.
Numa tarde de pouco sol
eles virão com força
atravessando a pele frágil.
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32.
Luminosi artigli di rame
s’indirizzano al cuore.
Spogliarlo della sua figura,
del sangue mischiato al simbolo,
è faccenda quasi pronta.
In un pomeriggio con poco sole
essi verranno con forza
attraversando la pelle fragile.
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(Da Passagem na orfandade)
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Iniziative |
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22 novembre 2024 Recensibili per marzo 2025
19 settembre 2024 Il saluto del Direttore Francesco Stella
19 settembre 2024 Biblioteca Lettere Firenze: Mostra copertine Semicerchio e letture primi 70 volumi
16 settembre 2024 Guida alla mostra delle copertine, rassegna stampa web, video 25 anni
21 aprile 2024 Addio ad Anna Maria Volpini
9 dicembre 2023 Semicerchio in dibattito a "Più libri più liberi"
15 ottobre 2023 Semicerchio al Salon de la Revue di Parigi
30 settembre 2023 Il saggio sulla Compagnia delle Poete presentato a Viareggio
11 settembre 2023 Recensibili 2023
11 settembre 2023 Presentazione di Semicerchio sulle traduzioni di Zanzotto
26 giugno 2023 Dante cinese e coreano, Dante spagnolo e francese, Dante disegnato
21 giugno 2023 Tandem. Dialoghi poetici a Bibliotecanova
6 maggio 2023 Blog sulla traduzione
9 gennaio 2023 Addio a Charles Simic
9 dicembre 2022 Semicerchio a "Più libri più liberi", Roma
15 ottobre 2022 Hodoeporica al Salon de la Revue di Parigi
13 maggio 2022 Carteggio Ripellino-Holan su Semicerchio. Roma 13 maggio
26 ottobre 2021 Nuovo premio ai traduttori di "Semicerchio"
16 ottobre 2021 Immaginare Dante. Università di Siena, 21 ottobre
11 ottobre 2021 La Divina Commedia nelle lingue orientali
8 ottobre 2021 Dante: riletture e traduzioni in lingua romanza. Firenze, Institut Français
21 settembre 2021 HODOEPORICA al Festival "Voci lontane Voci sorelle"
11 giugno 2021 Laboratorio Poesia in prosa
4 giugno 2021 Antologie europee di poesia giovane
28 maggio 2021 Le riviste in tempo di pandemia
28 maggio 2021 De Francesco: Laboratorio di traduzione da poesia barocca
21 maggio 2021 Jhumpa Lahiri intervistata da Antonella Francini
11 maggio 2021 Hodoeporica. Presentazione di "Semicerchio" 63 su Youtube
7 maggio 2021 Jorie Graham a dialogo con la sua traduttrice italiana
23 aprile 2021 La poesia di Franco Buffoni in spagnolo
22 marzo 2021 Scuola aperta di Semicerchio aprile-giugno 2021
19 giugno 2020 Poesia russa: incontro finale del Virtual Lab di Semicerchio
1 giugno 2020 Call for papers: Semicerchio 63 "Gli ospiti del caso"
30 aprile 2020 Laboratori digitali della Scuola Semicerchio
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