Home-page - Numeri
Presentazione
Sezioni bibliografiche
Comitato scientifico
Contatti e indirizzi
Dépliant e cedola acquisti
Links
20 anni di Semicerchio. Indice 1-34
Norme redazionali e Codice Etico
The Journal
Bibliographical Sections
Advisory Board
Contacts & Address
Saggi e testi online
Poesia angloafricana
Poesia angloindiana
Poesia americana (USA)
Poesia araba
Poesia australiana
Poesia brasiliana
Poesia ceca
Poesia cinese
Poesia classica e medievale
Poesia coreana
Poesia finlandese
Poesia francese
Poesia giapponese
Poesia greca
Poesia inglese
Poesia inglese postcoloniale
Poesia iraniana
Poesia ispano-americana
Poesia italiana
Poesia lituana
Poesia macedone
Poesia portoghese
Poesia russa
Poesia serbo-croata
Poesia olandese
Poesia slovena
Poesia spagnola
Poesia tedesca
Poesia ungherese
Poesia in musica (Canzoni)
Comparatistica & Strumenti
Altre aree linguistiche
Visits since 10 July '98

« indietro

HART CRANE, Il ponte / La torre spezzata, a cura di Giacomo Trapani, postfazione di Federico Mazzocchi, Livorno, Mauro Pagliai Editore, 2013, pp. 170, € 10.


in: Semicerchio LI (2014/2) Per Seamus Heaney, pp. 120 - 121




Nato in Ohio da una famiglia della buona borghesia commerciale, Hart Crane (1899-1932) si trasferisce a New York nel 1916 senza aver completato gli studi e con l’intenzione di intraprendere la carriera di scrittore. Così, uno fra i maggiori poeti del modernismo statunitense entra nel mondo letterario e inizia a pubblicare su riviste alternative e d’avanguardia. La sua prima raccolta poetica è White Buildings (1926) che contiene 28 poesie tra le più note, come My Grandmother’s Love Letters e, soprattutto, i sei «Voyages», un ciclo di testi che dice, nei modi selvaggi tipici degli juvenilia, della sua storia con il marinaio danese Emil Opffer. Esce quindi la sua opera più importante, The Bridge (1930), mentre un poemetto intitolato The Broken Tower verrà pubblicato postumo (1932). Oggi l’opera di Hart Crane è considerata come fondante del canone novecentesco nordamericano.
La ricezione italiana si era finora limitata alla traduzione di Roberto Sanesi de Il ponte e altre poesie (1976), ormai introvabile, e alla pubblicazione di singoli testi in antologie e in riviste. Di ciò è in parte responsabile la complessità della scrittura di questo poeta e anche il contesto culturale da cui nasce la sua poesia. La matrice dei versi di Crane è squisitamente modernista ma mediata da Blake, dai simbolisti francesi e dalla tradizione a lui più vicina: Pound e il tardo Romanticismo. Benvenuto è dunque il recente volume uscito presso Mauro Pagliai Editore che contiene una nuova versione de Il ponte (pp. 27-153) e la prima resa italiana del poemetto La torre spezzata (pp. 155- 159). La curatela è di Giacomo Trapani, il quale ci dà una buona traduzione dal taglio target oriented mentre l’utile postfazione è di Federico Mazzocchi.
Nel primo testo, scandito in otto parti, si nota l’ambizione di Crane di ‘imitare’ le forme dell’epica, una scelta i cui riferimenti più prossimi sono Whitman e La terra desolata eliotiana (che è del ’22). La ‘chanson de geste’ narrata vuole dire cose di un luogo e di un tempo vissuti dal poeta in prima persona, ma trattati in termini mitici. Il ponte di cui si parla è quello di Brooklyn che nella sua facile simbologia diventa addirittura una metafora sia dell’esistenza del poeta che della storia americana. Crane, che vive a Columbia Heights (sebbene buona parte del poemetto sia poi stato scritto altrove) ha la possibilità di osservare il ‘suo’ ponte e farne materia della sua scrittura. In un immaginario viaggio da Brooklyn a Manhattan il poeta compone la sua visione del significato spirituale dell’America dall’età colombiana alla modernità industriale. Il contemporaneo è nell’immagine di quell’architettura potente e dinamica che unisce epoche diverse e continenti, realtà e immaginazione, io e cosmo. Il testo proemiale è una vera ode – il nome del ponte è preceduto dalla preposizione «To» (A) – che contiene i presupposti e i significati di elogio e di affezione. La costruzione diviene così il sostituto perfetto alla vecchia civiltà segnata dalla poesia (harp) e dalla religione (altar): «Oh arpa e altare, forgiato dal furore», si legge in questi versi introduttivi. È Lui, allora, lo specchio della vitalità di chi scrive e dei suoi connazionali. Tanta energia però ha un controcanto d’inevitabile tristezza, se non di terrore, quando nella poesia Ave Maria, nella prima sezione dallo stesso titolo, il poeta propone la figura di Colombo che, in prima persona, narra il suo sogno di conquistatore e invoca protezione. Le sue parole paiono come una macabra predizione: «e un’ombra recide il sonno dal cuore | quasi che un colpo di moresca scimitarra avesse trovato | da sondare più che carne nella sua caduta» (p. 39).
Il libro, uscito prima in poche copie a Parigi, viene pubblicato nel 1930 a New York e, a differenza di White Buildings, non verrà del tutto ben accolto dalla critica. Non soddisferà, «dopo quasi sette anni di lavoro» (p. 24), nemmeno lo stesso Crane che intanto vive secondo i cliché dell’artista maudit. Nel 1931 va in Messico grazie a una borsa di studio. Convincendosi di poter avere una vita ‘normale’, ha una relazione con Peggy Baird Cowley e si mette a scrivere La torre spezzata, che in parte raccoglie la testimonianza di questa vicenda. Sono 40 versi, suddivisi in dieci quartine a rima alternata. Il testo viene proposto quello stesso anno a «Poetry», che lo rifiuta. Verrà pubblicato l’anno seguente, sfruttando forse la ‘pubblicità’ del suicidio, su «The New Republic»: Crane si era difatti buttato in mare dalla tolda della nave che lo riportava negli Stati Uniti probabilmente perché rifiutato da un marinaio (un’ombra di Opffer?).
Il componimento è una visione del fallimento della parola poetica e dunque della morte. La torre, come già The Bridge, è un evidente simbolo di forza e di materia come viene evidenziato dalla rima nei vv. 26 e 28 (tower: power). Tuttavia, altrettanto necessario è considerare che tanta forza è sempre precaria e corruttibile, tant’è che l’aggettivo che la connota già dal titolo è broken, spezzata. Questa visione frammentata del mondo viene rimarcata dall’accostamento dell’attributo anche al «broken world» (v. 17) mentre il sostantivo «torre» ai vv. 38 e 40 crea una rima (tower:shower) che esalta, appunto, l’insufficienza della «parola versata» dal poeta (v. 21; nel testo inglese si legge erroneamente «world»). Interpretare il paradosso di tale fragilità serve a comprendere l’impasse esistenziale descritta nella poesia, ma magari anche quell’ultimo gesto di puerile tragicità.

(Gandolfo Cascio)

¬ top of page


Iniziative
21 aprile 2024
Addio ad Anna Maria Volpini

9 dicembre 2023
Semicerchio in dibattito a "Più libri più liberi"

15 ottobre 2023
Semicerchio al Salon de la Revue di Parigi

30 settembre 2023
Il saggio sulla Compagnia delle Poete presentato a Viareggio

11 settembre 2023
Presentazione di Semicerchio sulle traduzioni di Zanzotto

11 settembre 2023
Recensibili 2023

26 giugno 2023
Dante cinese e coreano, Dante spagnolo e francese, Dante disegnato

21 giugno 2023
Tandem. Dialoghi poetici a Bibliotecanova

6 maggio 2023
Blog sulla traduzione

9 gennaio 2023
Addio a Charles Simic

9 dicembre 2022
Semicerchio a "Più libri più liberi", Roma

15 ottobre 2022
Hodoeporica al Salon de la Revue di Parigi

19 settembre 2022
Poeti di "Semicerchio" presentano l'antologia ANIMALIA

13 maggio 2022
Carteggio Ripellino-Holan su Semicerchio. Roma 13 maggio

26 ottobre 2021
Nuovo premio ai traduttori di "Semicerchio"

16 ottobre 2021
Immaginare Dante. Università di Siena, 21 ottobre

11 ottobre 2021
La Divina Commedia nelle lingue orientali

8 ottobre 2021
Dante: riletture e traduzioni in lingua romanza. Firenze, Institut Français

21 settembre 2021
HODOEPORICA al Festival "Voci lontane Voci sorelle"

27 agosto 2021
Recensibili 2021

11 giugno 2021
Laboratorio Poesia in prosa

4 giugno 2021
Antologie europee di poesia giovane

28 maggio 2021
Le riviste in tempo di pandemia

28 maggio 2021
De Francesco: Laboratorio di traduzione da poesia barocca

21 maggio 2021
Jhumpa Lahiri intervistata da Antonella Francini

11 maggio 2021
Hodoeporica. Presentazione di "Semicerchio" 63 su Youtube

7 maggio 2021
Jorie Graham a dialogo con la sua traduttrice italiana

23 aprile 2021
La poesia di Franco Buffoni in spagnolo

16 aprile 2021
Filologia della canzone: presentazione di "Like a Rolling Stone" di M.G. Mossa

22 marzo 2021
Scuola aperta di Semicerchio aprile-giugno 2021

28 dicembre 2020
Bandi per collaborazione con Semicerchio e Centro I Deug-Su

20 novembre 2020
Pietro Tripodo Traduttore: presentazione online di Semicerchio 62

19 giugno 2020
Poesia russa: incontro finale del Virtual Lab di Semicerchio

1 giugno 2020
Call for papers: Semicerchio 63 "Gli ospiti del caso"

28 maggio 2020
Seminario di Andrea Sirotti sulla nuova Dickinson

22 maggio 2020
Seminario di Antonella Francini su AMY HEMPEL e LAUREN GROFF

30 aprile 2020
Laboratori digitali della Scuola Semicerchio

28 aprile 2020
Progetto di Riscrittura creativa della lirica trobadorica

» Archivio
 » Presentazione
 » Programmi in corso
 » Corsi precedenti
 » Statuto associazione
 » Scrittori e poeti
 » Blog
 » Forum
 » Audio e video lezioni
 » Materiali didattici
Editore
Pacini Editore
Distributore
PDE
Semicerchio è pubblicata col patrocinio del Dipartimento di Teoria e Documentazione delle Tradizioni Culturali dell'Università di Siena viale Cittadini 33, 52100 Arezzo, tel. +39-0575.926314, fax +39-0575.926312
web design: Gianni Cicali

Semicerchio, piazza Leopoldo 9, 50134 Firenze - tel./fax +39 055 495398