Home-page - Numeri
Presentazione
Sezioni bibliografiche
Comitato scientifico
Contatti e indirizzi
Dépliant e cedola acquisti
Links
20 anni di Semicerchio. Indice 1-34
Norme redazionali e Codice Etico
The Journal
Bibliographical Sections
Advisory Board
Contacts & Address
Saggi e testi online
Poesia angloafricana
Poesia angloindiana
Poesia americana (USA)
Poesia araba
Poesia australiana
Poesia brasiliana
Poesia ceca
Poesia cinese
Poesia classica e medievale
Poesia coreana
Poesia finlandese
Poesia francese
Poesia giapponese
Poesia greca
Poesia inglese
Poesia inglese postcoloniale
Poesia iraniana
Poesia ispano-americana
Poesia italiana
Poesia lituana
Poesia macedone
Poesia portoghese
Poesia russa
Poesia serbo-croata
Poesia olandese
Poesia slovena
Poesia spagnola
Poesia tedesca
Poesia ungherese
Poesia in musica (Canzoni)
Comparatistica & Strumenti
Altre aree linguistiche
Visits since 10 July '98

« indietro

IWAN LLWYD, Da Bangor a Bangor: il viaggio di un bardo (a.c. di A. LLION), Faenza, Moby Dick 2003, € 10,00.
PETER DE VILLE, Open Eye, Cirencester, Tuba Press 2003, £ 6.00.

Iwan Llwyd è nato a Carno, nel Galles, nel 1957; si è laureato in gallese all’University of Wales di Aberystwyth ed è in gallese che ha scritto le sue raccolte più importanti: da Sonedau Bore Sadwrn (‘Sonetti del sabato mattino’, del 1981) a Owain Glyn Dwr (scritto con Gillian Clarke, del 2000), di cui i traduttori Andrea Bianchi e Silvana Siviero, in Da Bangor a Bangor, ci offrono un’ampia selezione (complessivamente 22 componimenti assai rappresentativi).
Iwan Llwyd viene considerato dalla critica come il poeta gallese più importante della sua generazione e con Dan Ddylanwad (‘Come ubriaco’ del 1997) ha vinto il Welsh Arts Council Book of the Year Award, mentre nel 1990 ha ottenuto la ‘corona’ al National Eisteddfod con Gwereichion (‘Scintille’). Oltre ad essere lui stesso un traduttore, saggista e librettista, è anche il bassista-cantautore in ben due bands gallesi e, perciò, non sorprende constatare come, nelle sue lyrics, egli riproponga tradizioni medievali gallesi commiste a suggestioni attinte dal rock and roll e dal blues (come nella laconica Far Rockway, dove si legge che «ti porterò a Far Rockaway, / Far Rockaway, / nome che accenna un motivo alla chitarra / nella mia testa»; oppure nella spiritata Route 66 dove, nel descrivere quell’autostrada che attraversa gli Stati Uniti da ovest ad est, scrive che «il viaggio stesso diventò un sogno, / di cadillac e chevrolet, / di notti sveglie in motel polverosi, / di Chuck Berry e Jerry Lee / di cherry pie e burro a colazione»; oppure si prenda l’altrettanto sincopata Come ubriaco, dove questa volta descrive gli U.S.A. come la «terra di opportunità e California e strade di Filadelfia, / terra della dea della televisione e di Hollywood e di alleluia, / terra di Bob Dylan e Dylan Thomas, terra dell’esilio del poeta».
Come già annuncia il titolo stesso della raccolta, Da Bangor a Bangor: il viaggio di un bardo, Iwan Llwyd, simile in ciò ai bardi di una volta, ama molto spostarsi, sia nei territori celtici nativi ed irlandesi, sia nel continente del Nord e Sud America, visitando indios e indiani ma, soprattutto, andando alla ricerca dei compatrioti esiliati, come dimostra nelle poesie Gallesi di Filadelfia oppure in Elogio dei fratelli Bod Iwan, trattando questa volta i gallesi emigrati in Patagonia.
Adel Llion, tuttavia, ci ricorda, nella prefazione che Iwan Llwyd è un «bardo celtico» solo «se per bardo (parola abusata dai romantici) intendiamo poeta politico, poeta al servizio della comunità, sensibile ai miti e leggende, credente nella magia della parola e nel valore dell’arte». Tutto ciò trova una conferma in poesie come Posso essere un indiano, mamma?, Il Cristo di Capocabana, Certo che puoi farmi una domanda personale e Guerra e pace (dove il poeta ricorre sia ai versi liberi che alla metrica più tradizionale). I traduttori, comunque, hanno ‘trasposto’ le poesie non dal gallese originario, bensì dalle versioni inglesi che sono apparse nel frattempo (e molte delle quali sono ad opera dello stesso Iwan LLwyd); per cui, forse, era meglio avere il testo inglese a fronte, piuttosto che quello gallese, di cui le traduzioni in italiano sono il riflesso di un riflesso, per quanto sincero.

Quella di Peter De Ville (in Open Eye, 2003) è un’opera prima che si annuncia come una raccolta davvero impressionante e gustosa, per via dell’uso, spesso ludico ed incisivo, a cui il poeta sottopone costantemente il linguaggio; per cui, non sorprende scoprire che uno dei suoi poeti preferiti sia proprio Byron (ma non tanto nell’ascendenza romantica, quanto in quella ‘settecentesca’ che aveva fatto del poeta un critico acuto delle mode e dei modi allora imperanti). Con Byron, De Ville condivide, soprattutto, quell’open eye (insito a partire dal titolo stesso della raccolta) che è altrettanto ‘aperto’, e alquanto sferzante.
Nella raccolta, troviamo tale vena, per esempio, in Academics: English Honours, nel suo sardonico ritratto del mondo accademico (a cui De Ville pur appartiene); oppure nell’agro-dolce Dad in Italy dove, con sottile arguzia, mette a confronto la cultura anglo-sassone con quella italiana. Ma l’influsso byroniano è presente nello spirito narrativo, nel tono di voce, prettamente fabulista, che attraversa un gran numero di queste poesie: come la toccante Contamination (ambientata in un cimitero ebraico) oppure nella spendida Arnold Bennet’s Days che chiude degnamente la raccolta e che sa riproporre, con dovizia di dettagli pertinenti, il clima ‘gentile’ di un uomo di lettere agli inizi del ventesimo secolo, in una serie di ‘vignette’ che ne restituiscono le aspirazioni e i timori (non a caso, la poesia si apre con la descrizione di un funerale che è il ‘correlativo oggettivo’ di quell’epoca ormai votata al tramonto): «On Wednesday afternoon to Burslem where / the mater was reported seriously gone. / Saw her at 8, alone for half an hour. Looked very small, the hollow of the pillows / Made her so...».
Oppure, si prenda la presentazione sogghignante di una cerimonia in sotto-tono che ha luogo in una chiesetta di campagna, Old Brave World Revisited: at Southwell, dove il gusto per l’aneddoto si confonde con quello per la ‘resa’ clinica del rito sociale in atto: «Acorn and vine, some chub-faced peasants / and gap-toothed wives cheeking us with tongues / and pig-faced men and men-faced pigs, / Roger Rabbit, Talking Heads and Disney / Trinity, eight centuries ago».
Peter De Ville, come si sarà arguito, ha una grande immaginazione icastica, che si traduce felicemente nella continua creazione di tutta una serie di immagini vivide e scintillanti, che rimangono impresse nella memoria. Moltissime di queste poesie, in effetti, richiedono più di una lettura, onde permetter loro di sprigionare tutti gli aromi, e tutti gli umori, sotterranei di cui sono intessute: per esempio, si prenda At Paraggi, dove si avverte un’aria minacciosa mentre soffia in un villaggio ligure di pescatori; oppure l’incipitaria Summer Song che è un inno sensuale alla Natura risvegliata dal sole e dove De Ville ‘ricama’ anche il tessuto fonico dei versi, ricorrendo sagacemente sia all’alliterazione che all’onomatopea: «The sun begins its long summer swipe; / geraniums shiver, hallucinating blood against the green; / ants tickle-tickle at the knucklebones of trees; / varicose veins, ivy suckers pension off their hosts...»
Peter De Ville, con questa promettente raccolta, dimostra di possedere un maturo talento poetico, pieno di inventiva e di grazia; e tutto ciò non può che essere di buon augurio per le sue prossime ‘prove’ liriche.

¬ top of page


Iniziative
22 novembre 2024
Recensibili per marzo 2025

19 settembre 2024
Il saluto del Direttore Francesco Stella

19 settembre 2024
Biblioteca Lettere Firenze: Mostra copertine Semicerchio e letture primi 70 volumi

16 settembre 2024
Guida alla mostra delle copertine, rassegna stampa web, video 25 anni

21 aprile 2024
Addio ad Anna Maria Volpini

9 dicembre 2023
Semicerchio in dibattito a "Più libri più liberi"

15 ottobre 2023
Semicerchio al Salon de la Revue di Parigi

30 settembre 2023
Il saggio sulla Compagnia delle Poete presentato a Viareggio

11 settembre 2023
Recensibili 2023

11 settembre 2023
Presentazione di Semicerchio sulle traduzioni di Zanzotto

26 giugno 2023
Dante cinese e coreano, Dante spagnolo e francese, Dante disegnato

21 giugno 2023
Tandem. Dialoghi poetici a Bibliotecanova

6 maggio 2023
Blog sulla traduzione

9 gennaio 2023
Addio a Charles Simic

9 dicembre 2022
Semicerchio a "Più libri più liberi", Roma

15 ottobre 2022
Hodoeporica al Salon de la Revue di Parigi

13 maggio 2022
Carteggio Ripellino-Holan su Semicerchio. Roma 13 maggio

26 ottobre 2021
Nuovo premio ai traduttori di "Semicerchio"

16 ottobre 2021
Immaginare Dante. Università di Siena, 21 ottobre

11 ottobre 2021
La Divina Commedia nelle lingue orientali

8 ottobre 2021
Dante: riletture e traduzioni in lingua romanza. Firenze, Institut Français

21 settembre 2021
HODOEPORICA al Festival "Voci lontane Voci sorelle"

11 giugno 2021
Laboratorio Poesia in prosa

4 giugno 2021
Antologie europee di poesia giovane

28 maggio 2021
Le riviste in tempo di pandemia

28 maggio 2021
De Francesco: Laboratorio di traduzione da poesia barocca

21 maggio 2021
Jhumpa Lahiri intervistata da Antonella Francini

11 maggio 2021
Hodoeporica. Presentazione di "Semicerchio" 63 su Youtube

7 maggio 2021
Jorie Graham a dialogo con la sua traduttrice italiana

23 aprile 2021
La poesia di Franco Buffoni in spagnolo

22 marzo 2021
Scuola aperta di Semicerchio aprile-giugno 2021

19 giugno 2020
Poesia russa: incontro finale del Virtual Lab di Semicerchio

1 giugno 2020
Call for papers: Semicerchio 63 "Gli ospiti del caso"

30 aprile 2020
Laboratori digitali della Scuola Semicerchio

» Archivio
 » Presentazione
 » Programmi in corso
 » Corsi precedenti
 » Statuto associazione
 » Scrittori e poeti
 » Blog
 » Forum
 » Audio e video lezioni
 » Materiali didattici
Editore
Pacini Editore
Distributore
PDE
Semicerchio è pubblicata col patrocinio del Dipartimento di Teoria e Documentazione delle Tradizioni Culturali dell'Università di Siena viale Cittadini 33, 52100 Arezzo, tel. +39-0575.926314, fax +39-0575.926312
web design: Gianni Cicali

Semicerchio, piazza Leopoldo 9, 50134 Firenze - tel./fax +39 055 495398