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« indietro Poeti greci del Novecento, a cura di Nicola Crocetti e Filippomaria Pontanii, Milano, Mondadori (i Meridiani), 2010, pp. 1896, € 65,00. Decidere quali autori presentare in un’antologia di poesia contemporanea potrebbe creare qualche incertezza nella scelta dei poeti da considerare i più rappresentativi di una generazione o di un’epoca. La selezione diventa ulteriormente difficile, e spesso soggetta a critiche, quando interessa la storia della poesia dell’intero secolo, il Novecento, con le sue correnti e generazioni poetiche spesso coeve tra loro, ma anche con le sue voci indipendenti. Nel XX secolo e nel primo decennio del nostro, le antologie di poesia neogreca pubblicate in Italia sono state una decina, ma quelle connotate da un discreto numero di autori antologizzati sono ancora di meno: Arodafnusa, a cura di Bruno Lavagnini (1957, edita ad Atene presso l’Istituto Italiano di Cultura), Poesia greca del ’900 a cura di Mario Vitti (Guanda 1957, con una seconda edizione rivista e aggiornata del 1966), Poesia greca contemporanea (Dall’Oglio 1968) a cura di Cristino Sangiglio, Poesia greca contemporanea (Comune di Trieste 2000) curata sempre da Sangiglio. In tutti questi volumi l’Introduzione ha un’impronta fortemente letteraria che concede poco spazio agli eventi storici e culturali accaduti, sia pure soltanto in Grecia, durante il secolo. Nella sezione antologica, nonostante sia inserito un numero apprezzabile di autori, i curatori non forniscono però un quadro esaustivo della poesia greca dei decenni presi in esame. La prima antologia esemplificativa del secolo, sia per la pluralità di voci presentate (comprende anche la generazione dei poeti degli anni Ottanta) sia per l’abbondanza di testi antologizzati, è l’Antologia della poesia greca contemporanea (Crocetti 2004) a cura di Filippomaria Pontani, che abbraccia anche la lirica cipriota. Della poesia contemporanea di Cipro si occupano anche Crocetti e lo stesso Pontani in Poeti greci del Novecento, proponendo la voce di Kostas Mondis che già figurava nell’antologia del 2004. È una scelta che Pontani legittima nell’Introduzione: «Nel caso di Mondis ci troviamo di fronte al primo poeta cipriota che si propone come voce ‘nazionale’ verso l’esterno, e vuole dunque sottrarsi alla triste sorte del letterato locale». L’apertura verso la poesia in lingua greca di Cipro suggerisce comunque, in queste due antologie, un interessante confronto con la poesia greca contemporanea. Rispetto alle sillogi di cui si è parlato in precedenza, la particolarità dell’Introduzione di Pontani nel voluminoso Poeti greci del Novecento (106 pagine di Introduzione, 1643 di antologia con testo greco a fronte, un consistente Profilo degli autori e note ai testi e una ricca Bibliografia generale) è di presentare i poeti inserendoli non solo all’interno del quadro storico-culturale greco ed europeo coevo ma anche di collegarli con la tradizione letteraria greca.
Che un lavoro così impegnativo abbia avuto esiti soddisfacenti è dovuto al fatto che i due curatori conoscono a fondo la cultura neogreca: Crocetti, che ha pubblicato presso la sua casa editrice, ma ha anche tradotto, molti autori greci, occupandosi in particolare di Ghiannis Ritsos e di Elitis, è l’unico editore in Europa a dirigere una collana di narrativa greca moderna (collana Aristea) con ormai oltre ottanta titoli pubblicati. Filippomaria Pontani è docente di Filologia classica alla Cà Foscari, e studioso di letteratura neogreca, con un notevole numero di saggi e traduzioni di autori greci contemporanei: presso Cro cetti ha tradotto il romanzo La Papessa Giovanna di Emmanuìl Roidis, le raccolte poetiche L’ombra delle ore di Kostas Kariotakis e Ballate oscure di Nasos Vaghenàs e, come è stato detto, ha curato l’Antologia della poesia greca contemporanea (con prefazione di Maurizio De Rosa).
Strumento dell’espressione poetica è la lingua. Nell’ampia Introduzione ai Poeti greci del Novecento Pontani illustra, per grandi linee ma con molta chiarezza, l’evoluzione della lingua greca letteraria dal II secolo d.C., ci informa sulla querelle linguistica a cui presero parte i più prestigiosi intellettuali greci i quali, dalla metà del Settecento in poi, si schierarono sostanzialmente su due fronti: i sostenitori di una lingua direttamente collegata alla tradizione classico-bizantina (katharèvusa o lingua pura), e i fautori di una lingua più semplice e più vicina al parlato (dimotikì o lingua popolare). Anche i poeti parteciparono al dibattito attraverso l’espressione poetica e la lingua adottata (katharèvusa o dimotikì). Che i poeti antologizzati siano presentati con il testo greco a fronte permette di comprendere meglio, a chi conosce il greco moderno, le differenze linguistiche tra katharèvusa e dimotikì.
Riguardo al piano dell’opera, l’inquadramento storico-letterario inizia con la poesia romantica di Dionisios Solomòs (1798-1857), considerato in Grecia il poeta nazionale, e di Andreas Kalvos (1792-1869) per continuare con i maggiori esponenti della Scuola Ateniese tardoromantica e con Aristotelis Valaoritis. A Kostìs Palamàs (1859-1943), uno tra i più importanti intellettuali greci vissuto tra i due secoli e considerato l’iniziatore della poesia greca contemporanea, è dedicata la sezione successiva. È seguito da Konstandinos Kavafis, la cui grandezza è universalmente riconosciuta. Subito dopo è introdotto il Simbolismo greco con quattro poeti (Chatzòpulos, Malakassis, Griparis, Porfiras) e il vate «tra Orfeo, Cristo e Dioniso» Ánghelos Sikelianòs, la cui poetica, «sotto l’ipoteca nicciana» è connotata anche dall’«Idea delfica»: per Sikelianòs, cito dall’Introduzione di Pontani, «la fratellanza e la pace universale poggiano su un’impalcatura grandiosa, quella delle Feste Delfiche […] in cui il fatto sportivo si accompagna a esibizioni di danza, di arte, di teatro, in una possente dimensione sovranazionale». A Sikelianòs che «sfiorò più volte il Nobel» segue «un vate marxista», Kostas Vàrnalis, così definito per la sua adesione alle idee socialiste nel 1919 che gli fece rinnegare la produzione poetica precedente, alla ricerca di nuovi orizzonti letterari. Loro coetaneo è Nikos Kazantzakis (1883-1957), conosciuto in Italia per la resa cinematografica del romanzo Zorba il greco interpretato da Antony Quinn. Anche egli ispirato all’ideale nicciano, fece convivere «una serie di stimoli provenienti dall’estero in un contenitore ideale che presentò come indigeno […] sviluppando a suo modo un sistema filosofico». Kazantzakis compiva, in tal modo, continua sempre Pontani, «un gesto di rottura nel panorama culturale greco, e apriva una nuova strada, affatto cultu rale ancorchè molto intellettualistica, verso la definizione di un’identità collettiva».
Al crepuscolarismo di Kostas Kariotakis è dedicata una sezione a parte: in lui «la maniera di Maeterlink e Samain, di Carco e Toulet […] appare contenuta in una più profonda carica di riflessione esistenziale, di protesta, di agnizione e studio della morte». Kariotakis è affiancato da Kostas Uranis, Tellos Agras, Maria Poliduri. L’antologia prosegue con un’ampia presentazione delle voci poetiche della Grecia contemporanea fino alla generazione degli anni Settanta, per un totale di sessantasei autori, la maggior parte dei quali poco o per nulla conosciuti ai lettori italiani. Occorre sottolineare che agli autori non antologizzati il curatore dà comunque spazio nell’ampia ed esaustiva Introduzione.
Un’ultima osservazione riguarda le traduzioni, limitate a soli tre nomi di traduttori: Nicola Crocetti, Filippo Maria Pontani (padre) e Filippomaria Pontani (figlio). La scelta è dovuta alle numerose traduzioni già pubblicate da loro in precedenza e che sono le migliori, e alle molte versioni inedite eseguite soprattutto da Filippo Maria Pontani.
(Gabriella Macrì) ¬ top of page |
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