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ELENA GURRIERI, L’autobus e la stella filante. Studi, testi e documenti di letteratura italiana del Novecento, San Giovanni Rotondo (Foggia), Grafica Baal 2002, pp. 252, edizione privata fuori commercio.
 
«Da una sala da ballo domenicale / tardi piovuto con la gioia d’una / stella filante, l’autobus dell’una / lo riportò d’un tratto al suo guanciale» (Sandro Penna, Poesie 1938-1955).
Non credo arbitrario scorgere nel binomio penniano che dà il titolo al volume e nella spiegazione che di quel titolo fornisce l’autrice («L’autobus e la stella filante [...]: la concretezza della vita e della realtà quotidiana, da un lato, e il progetto, il desiderio, il sogno, dall’altro», p. 11) i fondamenti di un metodo in cui la concreta attenzione al dato documentale si concilia con il «desiderio», con la passione letteraria.
Da buona allieva di Lanfranco Caretti, che le è stato maestro all’Università di Firenze, Elena Gurrieri ha raccolto i frutti – alcuni dei quali davvero preziosi – di ricerche condotte a partire dalla fine degli anni Ottanta e protrattesi fino al 2001. Quasi tutti i contributi che il libro accoglie (diciotto tra saggi, inediti e recensioni: Una lettera di Penna a De Robertis (1957); Prime stampe delle poesie di Penna; Sul primo Penna; Una prosa lirica di Sandro Penna non compresa in «Un po’ di febbre»; Lettere di Eugenio Montale a Giacomo Debenedetti (1922-1947); Sandro Penna: sette recensioni su «L’Italia Letteraria» (1932-1933); Indici di «Mercurio» (1944-1948); Scritti letterari e civili di Arturo Loria sul «Mondo» fiorentino di Bonsanti (1945-1946); Breve rassegna di studi su Sandro Penna (1990 1996); Festa grande per Anna Banti, signora della scrittura; Le risorse del romanzo europeo in epoca moderna; Nella riserva ebraica: l’immaginario surreale di Arturo Loria; Una biografia intellettuale: le lettere di Calvino (1940-1985); Omaggio a Palazzeschi, geniale «homo ludens» del Novecento; Una carta d’identità per il nostro Vieusseux; L’ultima stagione lirica e metafisica di Piero Bigongiari; Per Giuseppe Favati; Nella spirale di luce: i viaggi astrali di Rina Sara Virgillito), ad eccezione dell’ultimo, hanno già visto la luce in importanti riviste, da «il Vieusseux» a «Paragone», da «Studi Italiani» a «Il Ponte». Al piacere di rileggere gli scritti della Gurrieri, si aggiunge però la sorpresa di ritrovarli in un volume fuori commercio la cui diffusione, inevitabilmente esoterica, non rende giustizia alla portata che certe ricerche hanno avuto o dovrebbero avere. La scelta, indotta o ispirata dall’understatement filologico che si apprezza in questi studi, non incide sulla coerenza del libro; alla costanza del metodo (basato sul dissodamento di «diamanti» d’archivio introdotti e sobriamente commentati) si combina infatti la persistenza di alcune armoniche: Montale e Penna, le riviste, la cultura letteraria a Firenze (nucleo d’interesse, quest’ultimo, a cui afferiscono direttamente i contributi sul «Mondo» di Bonsanti, su Palazzeschi, su Bigongiari, sul «Vieusseux»; indirettamente pezzi a prima vista estravaganti come Le risorse del romanzo europeo in epoca moderna, recensione a Le risorse del romanzo, Pisa, Nistri-Lischi 1996, di Roberto Bigazzi, tra i maggiori allievi di Caretti proprio a Firenze).
Dal fiorentino Archivio Contemporaneo «Alessandro Bonsanti» del «Gabinetto G. P. Vieusseux» provengono, del resto, i più importanti reperimenti epistolari di Elena Gurrieri: la lettera di Penna a Giuseppe De Robertis, datata «21 nov[embre] ’57» (da cui si ricava un minimo ma si gnificativo spaccato sulla res publica poetarum intorno alla metà del Novecento: «Poi ci sarebbe da fare il discorso su “Saba e me”, ma quello vorrei poterlo fare a voce, magari!, se potrò venire a Firenze. La citazione di Govoni mi ha sorpreso, ma non sfavorevolmente, anzi. [...] Ho letto la critica sulle “Ceneri” che, oltre tutto, mi ha dato il gusto di avere ragione sulla stima mia totale di Pier Paolo (con Elsa Morante, che pensa anche lei essere le “Ceneri” la cosa migliore di P.P.P., p. 18)» e soprattutto le trentotto lettere di Montale a Giacomo Debenedetti. Apice della non breve fedeltà della Gurrieri a Montale (specialmente all’epistolografo: si veda il recente e utile Per l’epistolario di Eugenio Montale. Indice ragionato delle lettere pubblicate (1946-2003) messo a punto dalla Gurrieri su «Bollettino ’900» [2004], n. 1-2), le lettere a Debenedetti – di cui erano prima noti solo pochi stralci: si veda la Cronologia di Zampa in Tutte le poesie montaliane di Mondadori – contengono alcune importanti informazioni sulla cultura letteraria del primo Montale (2 mar zo 1924: «Mio caro, il diario di A. O. Barnabooth m’è infine arrivato da Parigi»), formulazioni illuminanti in rapporto allo sviluppo della tematica montaliana tra Occasioni, Bufera e Farfalla di Dinard (6 maggio 1926: «Se fosse possibile essere ebrei senza saperlo, questo dovrebbe pur essere il mio ‘caso’, tanta è la mia possibilità di sofferenza, e il mio senso dell’arca, più che dell’home, fatta di pochi affetti e ricordi che potrebbero seguirmi dovunque, inoffuscati»), dati utili per le puntualizzazioni biografiche (la notizia della morte della madre viene trasmessa nella lettera datata «29 Ott[obre] 1942», terminus ante quem che smentisce erronee datazioni dell’evento al novembre ’42), spunti per il confronto con altri luoghi dell’opera in versi e in prosa (Ortello, uno dei cavalli da corsa più celebri dell’epoca, ricordato nel postscriptum alla lettera del 24 settembre ’42, torna sei anni dopo nel racconto Reliquie, poi incluso in Farfalla di Dinard), su cui però le annotazioni fin troppo discrete della curatrice non sempre si soffermano.
Un filo montaliano attraversa anche altri notevoli contributi, da quello sugli Indici di «Mercurio» (la rivista romana di Alba De Céspedes ospitò, nel numero speciale del dicembre 1944, i Madrigali fiorentini, lì intitolati semplicemente Due poesie: scorrere gli indici allestiti dalla Gurrieri serve anche a restituire quei versi di Montale al clima storico-politico nel quale e per il quale vennero elaborati, e a coglierne certe movenze neorealiste) alle Sette recensioni su «L’Italia Letteraria» di Penna (l’incontro tra Montale e Penna, allo storico caffè fiorentino delle «Giubbe Rosse», risale alla fine del ’32, lo stesso anno in cui Penna inizia a scrivere per la rivista), fino all’inedito e conclusivo Nella spirale di luce. Rina Sara Virgillito, cui è dedicato il saggio, fu poetessa e studiosa di Montale; al primo contributo del ’46, apprezzato dallo stesso Montale, ha fatto seguito una monografia uscita nel 1990: La luce di Montale, Milano, Edizioni Paoline. L’auspicio che l’amicizia tra il poeta e la Virgillito venga fatta oggetto di ulteriori ricerche da parte di Elena Gurrieri, magari con il rinvenimento e la pubblicazione di tutte le relative tracce epistolari rimaste, si unisce alla speranza di vedere riproposto (e arricchito dei lavori più recenti della studiosa) L’autobus e la stella filante in una sede che gli garantisca la giusta fortuna.
 Niccolò Scaffai

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