Home-page - Numeri
Presentazione
Sezioni bibliografiche
Comitato scientifico
Contatti e indirizzi
Dépliant e cedola acquisti
Links
20 anni di Semicerchio. Indice 1-34
Norme redazionali e Codice Etico
The Journal
Bibliographical Sections
Advisory Board
Contacts & Address
Saggi e testi online
Poesia angloafricana
Poesia angloindiana
Poesia americana (USA)
Poesia araba
Poesia australiana
Poesia brasiliana
Poesia ceca
Poesia cinese
Poesia classica e medievale
Poesia coreana
Poesia finlandese
Poesia francese
Poesia giapponese
Poesia greca
Poesia inglese
Poesia inglese postcoloniale
Poesia iraniana
Poesia ispano-americana
Poesia italiana
Poesia lituana
Poesia macedone
Poesia portoghese
Poesia russa
Poesia serbo-croata
Poesia olandese
Poesia slovena
Poesia spagnola
Poesia tedesca
Poesia ungherese
Poesia in musica (Canzoni)
Comparatistica & Strumenti
Altre aree linguistiche
Visits since 10 July '98

« indietro

TOMMASO LISA, Rebis. periferiche + BAD SECTOR, Reset, Pordenone, Old Europa Cafe, cc.36 + CD.
 
 Sfogliando le pagine di Rebis. periferiche (più corretto chiamarle carte, mancando del tutto la numerazione), occorre ruotare il libro di 90°, per leggere le coppie di distici contenute nel testo. Un gusto, quello di stendere versi debordanti per il lato lungo del più comune formato della pagina, assai diffuso presso la neoavanguardia allorché anche sul piano tipografico contrapponeva alle convenzioni del mercato editoriale, coi suoi prodotti di facile consumo, una pagina ‘brutta’, deformata, poco vendibile. Le note di chiusura però definiscono i distici altrettanti «cromosomi metrici», e dunque la loro estensione per il verso orizzontale della carta si carica di un valore strutturale profondamente connaturato al testo. Le quarantasei coppie di distici rappresentano il numero dei cromosomi presenti nel nucleo della cellula umana, formati da due bastoncelli di cui ciascun distico ripete l’idea grafica, sicché i due iperversi costituenti ogni singola strofa non hanno lunghezza casuale, ma sono sviluppati entrambi in una catena di quattro settenari che li tiene uniti secondo vari schemi di rima, quasi a ricordare le bande dei cromosomi, e quindi una reciproca appartenenza genetica. Anche non casuale risulta allora la mappatura testuale, ovvero la distribuzione spaziale dei componimenti in base al proprio sistema strofico. A gruppi variabili di cromosomi metrici (due all’inizio, poi uno, sei, due, cinque, tre e quattro) vengono alternate ora una ‘settina’ (una sequenza di sette strofe di sette versi settenari – quasi una canzonetta – «con slittamento progressivo» della parola-rima), ora un’unica stanza di una sestina sempre in settenari e così via, fino alla carta 18 recto/verso che con tiene il componimento centrale, una ‘settina’, spartiacque fra i testi precedenti e quelli susseguenti, questi ultimi strutturati con lo stesso modulo della prima parte, ripetuto però specularmente a ritroso; due sonetti in settenari accostati – ma potrebbe essere uno solo in settenari doppi e rimalmezzo – congedano il libro. Sono queste le ‘cose doppie’ di Rebis, un titolo che orecchia in distorsione l’arguto e spiazzante Rebus sanguinetiano. All’interno di un solido ordito prosodico, stanno, con tono non altrettanto ritmico, le parole messe in fila nei distici, semplici didascalie di immagini o sequenze suburbane periferiche appunto, dice il sottotitolo che richiama le unità distinte da quelle centrali nei sistemi elettronici. Tutto ciò mentre le sestine cantano schemi e circuiti informatici, componenti e calcoli algoritmici («l’impulso relativo / setta astrattialgoritmi / di schema alternativo»), e le ‘settine’ fanno da ritornello alle registrazioni dei distici con variazioni sul tema ad esempio della guerra, che incombe costante nella ‘settina’ centrale: «[...] la fonte / di fumi densi a sera / tra i soldati grigiastri / investe cortei dentro / mimetizzate zone / scuotendo a gruppi in raggi / bandiere della PACE». Scorrono, soprattutto sotto la luce di fari notturni come inquadrature al microscopio elettronico, escrescenze, fluorescenze, concrezioni, architetture deteriorate, cancrenose e cancerose prodotte dall’elettronica, dall’informatica, dalla chimica, dalla fisica, dall’ingegneria, che si sviluppano in un tutt’uno col paesaggio: dietro al «fiume nella valle» si stagliano «ciminiere lontane» e «reattori nucleari» al posto di catene montuose. Queste ‘cose’, espulse da una scienza e da una ipertecnologia al servizio di un mondo e di una società postindustriale, non sono corpi estranei alla natura, ma corpi terrestri a tutti gli effetti, incorporati dentro di essa come elementi costitutivi del suo corredo/arredo genetico. «Ricci rami di pino marino», alla stregua di «piene gallerie commerciali», celano le «superficiali fogge dell’universo», i «tra licci dell’Enel subway». Secondo un uso ormai radicato in tradizione, a questa presenza indifferente e indifferenziata di elementi artificiali o virtuali – tossici, radio attivi, velenosi, inutili – e di elementi ‘naturali’ e reali («vetrine lungo il viale e videocartelloni grumosi greggi e bovi e uranio impoverito»), corrisponde una coesistenza paratattica fra citazioni dai classici della poesia (Leopardi, D’Annunzio, Zanzotto, Giudici) e schegge di materiali desunti, ovviamente, dai vocabolari delle discipline scientifiche. Raramente però le parole in attrito si spingono fino all’invenzione linguistica come nella carta 21v.: «[...] computer microchip / [..] uccelli rami cip». Allegato al libro è un CD, Reset di Bad Sector: a graffi e sibili sonori «ruvi di e residuali», si sovrappongono brevi sintagmi strappati da Rebis. Facilmente maneggiando il volume, si scollano, si staccano, si mischiano le carte, col rischio di trovarle scombinate rispetto alla disposizione strutturale dell’impaginazione. Sfugge la possibilità di rimetterle in ordine, se un lettore previdente non le avesse numerate a matita. E così, ironicamente per un curioso gioco del caso, violata la volontà dell’autore, si attua quel concetto caro al Novecento, che vede nella deperibilità del prodotto artistico una delle variabili dell’arte contemporanea.
Giuseppe Bertoni

¬ top of page


Iniziative
22 novembre 2024
Recensibili per marzo 2025

19 settembre 2024
Il saluto del Direttore Francesco Stella

19 settembre 2024
Biblioteca Lettere Firenze: Mostra copertine Semicerchio e letture primi 70 volumi

16 settembre 2024
Guida alla mostra delle copertine, rassegna stampa web, video 25 anni

21 aprile 2024
Addio ad Anna Maria Volpini

9 dicembre 2023
Semicerchio in dibattito a "Più libri più liberi"

15 ottobre 2023
Semicerchio al Salon de la Revue di Parigi

30 settembre 2023
Il saggio sulla Compagnia delle Poete presentato a Viareggio

11 settembre 2023
Recensibili 2023

11 settembre 2023
Presentazione di Semicerchio sulle traduzioni di Zanzotto

26 giugno 2023
Dante cinese e coreano, Dante spagnolo e francese, Dante disegnato

21 giugno 2023
Tandem. Dialoghi poetici a Bibliotecanova

6 maggio 2023
Blog sulla traduzione

9 gennaio 2023
Addio a Charles Simic

9 dicembre 2022
Semicerchio a "Più libri più liberi", Roma

15 ottobre 2022
Hodoeporica al Salon de la Revue di Parigi

13 maggio 2022
Carteggio Ripellino-Holan su Semicerchio. Roma 13 maggio

26 ottobre 2021
Nuovo premio ai traduttori di "Semicerchio"

16 ottobre 2021
Immaginare Dante. Università di Siena, 21 ottobre

11 ottobre 2021
La Divina Commedia nelle lingue orientali

8 ottobre 2021
Dante: riletture e traduzioni in lingua romanza. Firenze, Institut Français

21 settembre 2021
HODOEPORICA al Festival "Voci lontane Voci sorelle"

11 giugno 2021
Laboratorio Poesia in prosa

4 giugno 2021
Antologie europee di poesia giovane

28 maggio 2021
Le riviste in tempo di pandemia

28 maggio 2021
De Francesco: Laboratorio di traduzione da poesia barocca

21 maggio 2021
Jhumpa Lahiri intervistata da Antonella Francini

11 maggio 2021
Hodoeporica. Presentazione di "Semicerchio" 63 su Youtube

7 maggio 2021
Jorie Graham a dialogo con la sua traduttrice italiana

23 aprile 2021
La poesia di Franco Buffoni in spagnolo

22 marzo 2021
Scuola aperta di Semicerchio aprile-giugno 2021

19 giugno 2020
Poesia russa: incontro finale del Virtual Lab di Semicerchio

1 giugno 2020
Call for papers: Semicerchio 63 "Gli ospiti del caso"

30 aprile 2020
Laboratori digitali della Scuola Semicerchio

» Archivio
 » Presentazione
 » Programmi in corso
 » Corsi precedenti
 » Statuto associazione
 » Scrittori e poeti
 » Blog
 » Forum
 » Audio e video lezioni
 » Materiali didattici
Editore
Pacini Editore
Distributore
PDE
Semicerchio è pubblicata col patrocinio del Dipartimento di Teoria e Documentazione delle Tradizioni Culturali dell'Università di Siena viale Cittadini 33, 52100 Arezzo, tel. +39-0575.926314, fax +39-0575.926312
web design: Gianni Cicali

Semicerchio, piazza Leopoldo 9, 50134 Firenze - tel./fax +39 055 495398