Home-page - Numeri
Presentazione
Sezioni bibliografiche
Comitato scientifico
Contatti e indirizzi
Dépliant e cedola acquisti
Links
20 anni di Semicerchio. Indice 1-34
Norme redazionali e Codice Etico
The Journal
Bibliographical Sections
Advisory Board
Contacts & Address
Saggi e testi online
Poesia angloafricana
Poesia angloindiana
Poesia americana (USA)
Poesia araba
Poesia australiana
Poesia brasiliana
Poesia ceca
Poesia cinese
Poesia classica e medievale
Poesia coreana
Poesia finlandese
Poesia francese
Poesia giapponese
Poesia greca
Poesia inglese
Poesia inglese postcoloniale
Poesia iraniana
Poesia ispano-americana
Poesia italiana
Poesia lituana
Poesia macedone
Poesia portoghese
Poesia russa
Poesia serbo-croata
Poesia olandese
Poesia slovena
Poesia spagnola
Poesia tedesca
Poesia ungherese
Poesia in musica (Canzoni)
Comparatistica & Strumenti
Altre aree linguistiche
Visits since 10 July '98

« indietro

ANTONIO PRETE, Il cielo nascosto. Grammatica dell’interiorità, Torino, Bollati Boringhieri, 2016, pp. 274, € 16,00.

Scorre un impeto decostruttivo nelle vene del libro di Antonio Prete, a cominciare dal sottotitolo velatamente ossimorico, giacché se l’interiorità è indefinibile – al pari della forza immaginativa da cui trae nutrimento – l’intento di fornirne una rappresentazione sistematica (cioè una ‘grammatica’) potrebbe apparire rischioso. Ma si tratta di un azzardo necessario e mai come adesso cogente, anche a fronte del trionfo dell’esteriore e di un visibile omologanti, che nel ridurre l’alterità alimentano una supina acquiescenza. «Certo», sottolinea Prete nell’introduzione al volume, «non si può fare storia di quel che attiene all’universo del sentire» (p. 9), ma è tuttavia possibile individuare dei punti fermi in questa mappa dai contorni sfumati che, a conti fatti, struttura il libro in dieci stazioni tematiche ben definite: costellazioni, a loro volta, nel cielo interiore. Un cielo che si rispecchia in una geografia ben precisa e che muove le fila dalla massima greca «conosci te stesso», da intendersi quale scaturigine del lògos poetico: conoscenza del proprio limite ma anche esperienza del limite, cui è derivativo l’esempio leopardiano dell’Infinito e della siepe che «accende la luce nel teatro dell’interiorità» (p. 23).
Ma spingersi dentro sé stessi vuol dire anche richiamare i pensieri in un unico punto, contravvenendo perciò al ‘patto’ con i cinque sensi: da qui le riflessioni intorno al raccoglimento, che da Agostino (giacché nell’uomo interiore abita la verità), si snodano per Baudelaire, Montaigne, Machiavelli e Kafka, delineando il ricco ipotesto sotteso alla tramatura del libro. Vieppiù, nell’indugiare sul deserto e la stanza, Prete continua a mantenere costante il pendolarismo tra geografia fattiva e luoghi dell’anima, e se «nel deserto il confine si ritrae nel trasognato» (p. 46); la stanza diviene epitome del raccoglimento, specula privilegiata che «permette lo sguardo verso il cielo […], ma anche verso quell’altrove che è il regno dell’immaginazione» (p. 55). Un altrove ch’è dischiuso dal sentimento amoroso, tema portante del terzo capitolo: giacché esperienza d’amore e conoscenza di sé «si interrogano l’un l’altro, si sovrappongono, si congiungono » (p. 71), accompagnandosi a un desiderio di prossimità – già rilevabile nel Canto delle creature di San Francesco d’Assisi – che si farà, con Dante e la Canzone seconda del Convivio, brama d’intendimento; senza contare i riferimenti a Barthes – circa l’amore come espropriazione del Sé – e Leopardi Il Pensiero dominante. Il quarto capitolo, dedicato alle «cosmografie interiori», si aderge invece a perno dell’intero volume, istituendo da subito quella dicotomia oppositiva tra i due cieli dell’esistenza, ovverosia «un cielo abitato da stelle e pianeti e un cielo abitato da pensieri e sentimenti» (p. 107): per quanto speculari, i due versanti non solo si riflettono l’uno nell’altro, ma altresì generano un repertorio d’immagini cui la lingua poetica attinge in maniera costante. Si genera una rispondenza delle cose e tra le cose, ragion per cui guardare dentro di sé è come scrutare un cielo, dove «i ricordi sono come comete in transito, i pensieri sono corpi celesti in movimento, i sentimenti sono pianeti con il loro ritmo, con le loro ellissi » (p. 114). Via via, dunque, l’interiorità si configura quale luogo e spazio vissuto dal soggetto, esperito sostanzialmente in transito: un punto d’osservazione dislocato, mediante cui l’entós ánthropos apprende un’arte del vivere, della cura di sé, ma parimenti «un’ars moriendi, dell’estremo confronto» (p. 124). E se, nel capitolo d’apertura, la massima «conosci te stesso» invitava a prendere coscienza del limite, il chiamare in causa la malattia e il momento del trapasso origina, in questo cielo nascosto, una meditazione sul confine (da Lucrezio a Seneca, passando per le allegorie medievali e il leopardiano Dialogo della Moda e della Morte). Ma, proprio perché parlavamo di spazio, ecco che questo territorio si fa percorribile mediante l’atto del camminare, cui è dedicato il sesto capitolo, dove i riferimenti, tra gli altri, a Petrarca (l’ascesa al Mont Ventoux) e Thoreau (il Walking), rivelano la sua carica sensoriale e immaginativa – il suo essere trait d’union tra il movimento del corpo e quello dei pensieri.
Dalla dilatazione, al restringimento: la parola, nel capitolo dedicato al soliloquio, si fa silenziosa e scevra dal paradigma dialogico, venendo meno sua funzione di missiva linguistica. Eppure, la ridondanza del lògos aumenta quell’eccedenza di senso altrimenti inaccessibile sul piano della phonè: da qui l’esempio di Molly Bloom, il cui monologo «è anche un viaggio intorno al proprio corpo, intorno al desiderio che è respiro del corpo» (p. 182). L’interiorità, allora, che dischiude inedite modalità percettive, dove il tempo vissuto è oltremodo connesso a un «altro tempo […] che mai ci è appartenuto e che tuttavia in qualche modo respira in noi» (p. 193); o dove i limiti del visibile si fanno, specie nell’autoritratto, imago fittiva di un Io mai rappresentabile e che, tuttavia, diviene schiavo della propria immagine, come Narciso e il suo «volto d’ombra» (p. 241), protagonista del capitolo conclusivo. Eppure, per quanto il riflesso sia pietrificante e talvolta letale, la riflessione resta comunque una «necessaria palestra» (p. 257), perché «salva l’io nel tumulto dell’accadere» (ibid.), indicando la rotta in una costellazione senza cielo.

(Diego Salvadori)

¬ top of page


Iniziative
22 novembre 2024
Recensibili per marzo 2025

19 settembre 2024
Il saluto del Direttore Francesco Stella

19 settembre 2024
Biblioteca Lettere Firenze: Mostra copertine Semicerchio e letture primi 70 volumi

16 settembre 2024
Guida alla mostra delle copertine, rassegna stampa web, video 25 anni

21 aprile 2024
Addio ad Anna Maria Volpini

9 dicembre 2023
Semicerchio in dibattito a "Più libri più liberi"

15 ottobre 2023
Semicerchio al Salon de la Revue di Parigi

30 settembre 2023
Il saggio sulla Compagnia delle Poete presentato a Viareggio

11 settembre 2023
Recensibili 2023

11 settembre 2023
Presentazione di Semicerchio sulle traduzioni di Zanzotto

26 giugno 2023
Dante cinese e coreano, Dante spagnolo e francese, Dante disegnato

21 giugno 2023
Tandem. Dialoghi poetici a Bibliotecanova

6 maggio 2023
Blog sulla traduzione

9 gennaio 2023
Addio a Charles Simic

9 dicembre 2022
Semicerchio a "Più libri più liberi", Roma

15 ottobre 2022
Hodoeporica al Salon de la Revue di Parigi

13 maggio 2022
Carteggio Ripellino-Holan su Semicerchio. Roma 13 maggio

26 ottobre 2021
Nuovo premio ai traduttori di "Semicerchio"

16 ottobre 2021
Immaginare Dante. Università di Siena, 21 ottobre

11 ottobre 2021
La Divina Commedia nelle lingue orientali

8 ottobre 2021
Dante: riletture e traduzioni in lingua romanza. Firenze, Institut Français

21 settembre 2021
HODOEPORICA al Festival "Voci lontane Voci sorelle"

11 giugno 2021
Laboratorio Poesia in prosa

4 giugno 2021
Antologie europee di poesia giovane

28 maggio 2021
Le riviste in tempo di pandemia

28 maggio 2021
De Francesco: Laboratorio di traduzione da poesia barocca

21 maggio 2021
Jhumpa Lahiri intervistata da Antonella Francini

11 maggio 2021
Hodoeporica. Presentazione di "Semicerchio" 63 su Youtube

7 maggio 2021
Jorie Graham a dialogo con la sua traduttrice italiana

23 aprile 2021
La poesia di Franco Buffoni in spagnolo

22 marzo 2021
Scuola aperta di Semicerchio aprile-giugno 2021

19 giugno 2020
Poesia russa: incontro finale del Virtual Lab di Semicerchio

1 giugno 2020
Call for papers: Semicerchio 63 "Gli ospiti del caso"

30 aprile 2020
Laboratori digitali della Scuola Semicerchio

» Archivio
 » Presentazione
 » Programmi in corso
 » Corsi precedenti
 » Statuto associazione
 » Scrittori e poeti
 » Blog
 » Forum
 » Audio e video lezioni
 » Materiali didattici
Editore
Pacini Editore
Distributore
PDE
Semicerchio è pubblicata col patrocinio del Dipartimento di Teoria e Documentazione delle Tradizioni Culturali dell'Università di Siena viale Cittadini 33, 52100 Arezzo, tel. +39-0575.926314, fax +39-0575.926312
web design: Gianni Cicali

Semicerchio, piazza Leopoldo 9, 50134 Firenze - tel./fax +39 055 495398